Salute e benessere

06 dicembre 2024

Noci e legumi fanno bene al cuore

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Adottare una dieta con un rapporto più alto di proteine vegetali, ad esempio quelle di noci e legumi, rispetto a quelle animali può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e coronaropatie: lo rivela uno studio condotto  dalla Harvard T.H. Chan school of public health e pubblicato sull'American journal of nutrition. I ricercatori attribuiscono la riduzione del rischio alla sostituzione della carne rossa e lavorata con proteine vegetali.

Le proteine vegetali fanno bene alla salute del cuore

Lo studio ha rilevato che una combinazione di maggiore consumo di proteine vegetali e un'assunzione totale di proteine più elevata offre i maggiori benefici per la salute del cuore.

Il rapporto ideale tra proteine vegetali e animali non era chiaro fino ad ora. Questo studio, durato ben 30 anni su quasi 203mila partecipanti, è il primo a indagare come tale rapporto influisca sulla salute, in particolare quella cardiovascolare.

Benefici elevati, forte riduzione del rischio 

Gli esperti hanno registrato tutti gli eventi cardiovascolari e coronarici avvenuti nel tempo e hanno calcolato che, a parità di tuti gli altri fattori di rischio, un rapporto più alto tra proteine vegetali e animali si associa a un rischio inferiore di malattie cardiovascolari e coronaropatie: in particolare rispetto ai partecipanti che consumavano il rapporto più basso di proteine vegetali rispetto a quelle animali (1:4.2), coloro che consumavano il rapporto più alto (~1:1.3) presentavano un rischio inferiore del 19% per le malattie cardiovascolari   e del 27% per le coronaropatie.

La riduzione del rischio era ancora maggiore tra i partecipanti che consumavano più proteine in generale. Coloro che ottenevano il 21% dell'energia giornaliera dalle proteine con un rapporto più alto tra proteine vegetali e animali avevano un rischio inferiore del 28% per le cardiovascolari e del 36% per le coronaropatie, rispetto a quelli che consumavano meno proteine (ovvero un consumo pari al 16% dell'energia giornaliera). 


Fonte: Ansa

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