15 aprile 2020

Ortofrutta, flessibilità nella gestione delle risorse Ue

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Massima flessibilità nella gestione delle risorse comunitarie stanziate nell’ambito dei Programmi operativi con modifiche ad invarianza di bilancio per l’Unione europea: è questa una delle richieste che è stata avanzata da Alleanza cooperative agroalimentari, Fruitimprese e Italia Ortofrutta unione nazionale (insieme 1.300 imprese associate per un fatturato complessivo che supera i 14 miliardi di euro, ndr) in una lettera indirizzata alla ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova.
“Abbiamo formalizzato una richiesta di deroga straordinaria per la gestione emergenziale dei programmi operativi (Po) nell’annualità 2020, che possa essere applicata in tutti i Paesi produttori toccati dalla crisi – spiega il coordinatore ortofrutta di alleanza cooperative, Davide Vernocchi – Le tre sigle hanno richiesto nello specifico un innalzamento fino al 70% del co-finanziamento delle misure dei Programmi operativi e una flessibilità in merito alle condizioni di modifica, rendicontazione e di equilibrio dei Po lasciando ampia facoltà alle Op di concentrare le risorse su un’unica misura o anche di dedicare anche più di un terzo delle risorse sulle misure di crisi”.

“Si tratta di richieste – continua Vernocchi – che possono essere concesse ‘a costo zero’ per il bilancio comunitario perché sarebbe in ogni caso rispettato il massimale di aiuti per i Programmi Operativi del 4,6% del Vpc. L’atto di esecuzione della Commissione sulle deroghe all’attuazione della Pac presentato in questi giorni va nella giusta direzione ma è carente nel capitolo relativo alle misure di mercato e di certo sul regime di aiuti ortofrutta, linea condivisa da CopaCogeca e Areflh. Attendiamo un secondo pacchetto di interventi con la massima urgenza anche per dare una risposta alla necessita di dare liquidità al settore”.
“Il settore vive un periodo non facile – aggiunge Gennaro Velardo, presidente Italia Ortofrutta – poiché quella del Covid-19 è una emergenza che va ad aggiungersi a quella della cimice asiatica, ai danni delle gelate e alla prospettiva di una carenza di manodopera che potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà il motore produttivo del Paese. Abbiamo pertanto chiesto alla ministra interventi urgenti e velocità di erogazione, perché siamo preoccupati dalla tempistica dei provvedimenti attuativi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e ci aspettiamo che tutti gli attori della filiera facciano la loro e che la politica superi i tempi ed i meccanismi di burocratizzazione al fine di non vanificare gli sforzi e i sacrifici che gli operatori del settore mettono quotidianamente in campo per la gestione di un momento così complicato”.
Gli fa eco Marco Salvi, presidente Fruitimprese che evidenzia come il settore “pur tra innumerevoli difficoltà, sia riuscito a garantire le forniture con regolarità sia sul mercato domestico, sia all’estero e a mantenere costanti i livelli occupazionali nonostante le difficoltà a reperire manodopera” ed auspica pertanto che ci siano “risposte veloci e responsabili alle nostre richieste perché ci sono comparti già in affanno”.

“Per quanto riguarda i possibili interventi finalizzati a indennizzare i produttori colpiti dalle recenti gelate – spiega Vernocchi – la situazione è complicata dal fatto che molti produttori, a causa del coronavirus, si sono trovati impossibilitati ad aggiornare i fascicoli aziendali e a predisporre i Pai necessari per la copertura assicurativa. Abbiamo quindi chiesto alla ministra il ricorso a forme straordinarie di compensazione nel quadro del DLGS 102/04″.

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