07 agosto 2020

Ponti e viadotti, nasce la task force tecnico-scientifica

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Da almeno quattro anni, in Italia, si parla di emergenza sicurezza di ponti e viadotti. Il tema, con l'inaugurazione del nuovo ponte di Genova avvenuta il 3 agosto, è ora ancora più attuale. E proprio in questi giorni, è nato il consorzio Fabre, l’alleanza tecnico-scientifica che si pone l'obiettivo della sicurezza delle infrastrutture italiane. Coinvolti, oltre ad Enea, alcuni politecnici e numerose università che, impiegando esperti e tecnologie avanzate, provvederanno anche al trasferimento tecnologico tra enti di ricerca e imprese.

I fatti tragici

Accadeva il 28 ottobre 2016 nei pressi di Annone, Lecco. Mentre si cercava di stabilire quale ente avrebbe dovuto chiudere un tratto stradale ritenuto pericoloso, il cavalcavia numero 17 della strada provinciale 49 – dopo aver dato alcuni segnali di cedimento – crollava sulla SS36. Le conseguenze, inutile dirlo, furono drammatiche: un morto e cinque feriti. Da quel momento si inizia a parlare di infrastrutture italiane pericolose, di necessità di manutenzione. A livello istituzionale qualcosa si muove, si valuta la necessità di un censimento dei ponti e dei viadotti, di una sorta di catasto che li cataloghi. 

Il crollo del ponte sul fiume Magra ad Albiano

Ma non passano due anni e il 14 agosto del 2018 crolla, con conseguenze a dir poco disastrose – 43 morti e un numero infinito di feriti – il ponte Morandi di Genova. Un evento tragico e al contempo clamoroso, che riaccende i riflettori sul tema. Non sono però gli unici due incidenti: tra gli altri, il più recente è stato il crollo del ponte sul fiume Magra ad Albiano, in provincia di Massa Carrara, lo scorso 9 aprile. Coinvolti due furgoni, autisti salvi. Venendo ai giorni nostri, in tema di viadotti sono due i fatti di cronaca: la ricostruzione e l'inaugurazione in tempi da record del ponte genovese e i disagi in tutta Italia per il traffico in tilt per via degli interventi di manutenzione di alcuni tratti autostradali e per il sequestro di alcuni ponti e viadotti non ritenuti sicuri. In questo scenario, nasce il consorzio Fabre.

Un’alleanza tecnico-scientifica per la sicurezza dei ponti e dei viadotti

Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), i politecnici di Torino e Milano e le università di Pisa, Padova, Perugia, Camerino, Messina e della Campania Luigi Vanvitelli hanno dato vita al Consorzio Fabre, una task force di esperti che metterà in campo le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali italiane e per promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale. In particolare, i consorziati valuteranno i vari rischi statico, sismico e idrogeologico – e promuoveranno la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture, oltre allo sviluppo e all’utilizzo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e miglioramento di ponti, viadotti e altre strutture esistenti.

“Il nome Fabre – spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca Enea – sta a indicare che la questione sicurezza va affrontata ingegnosamente, sia in fase progettuale delle nuove strutture, per la quale abbiamo tutte le conoscenze e gli strumenti per operare bene, sia nella valutazione e nel monitoraggio di quelle esistenti con sistemi tecnologici avanzati. In questo modo saremo in grado di individuare lo stato di salute delle opere stradali e, laddove possibile, intervenire prima che un eventuale danneggiamento raggiunga un grado di gravità tale da rendere molto costoso o addirittura impossibile il ripristino”.

Check-up ad alto tasso tecnologico

“Così come le persone – prosegue Clemente – anche le infrastrutture hanno bisogno di check-up programmati, specie se si tiene conto che gran parte del patrimonio stradale italiano ha oltre 50 anni. Il consorzio Fabre potrà coordinare e valorizzare al massimo le competenze presenti nelle università e nei centri di ricerca italiani e trasferire i risultati della ricerca scientifica e tecnologica agli enti pubblici e privati che gestiscono queste infrastrutture e alle comunità professionali, con l’obiettivo primario della prevenzione”.

EISAC.it fornirà strumenti tecnologici all’avanguardia

Enea si avvarrà anche delle competenze e delle tecnologie ingegneristiche e informatiche di eisac.it, il primo centro in Italia e in Europa per la protezione delle infrastrutture strategiche, nato dalla collaborazione dell’agenzia con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

Eisac.it fornirà strumenti tecnologici all’avanguardia – quali reti di sensori, analisi del rischio multi-hazard e sistemi di previsione meteo-climatica – e servizi avanzati, quali banche dati territoriali, analisi di dati satellitari, simulazioni di eventi naturali e dei loro impatti sui servizi e stress test delle infrastrutture per monitorare le infrastrutture critiche stradali”. Non solo: “Enea – conclude il ricercatore – metterà a disposizione anche un’infrastruttura di ricerca unica in Italia, come le tavole vibranti, indispensabili per sperimentare nuove tecnologie nel campo dell’ingegneria strutturale”.

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