Il 2024 si apre nel migliori dei modi per la logistica agroalimentare nei porti pugliesi. L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale ha infatti comunicato di avere ottenuto un finanziamento di 6,2 milioni (rientra nel Pnrr, ndr) per sviluppare e realizzare servizi per i settori agricoltura, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo.
“Da una preventiva analisi era emerso che nonostante sia particolarmente rilevante l’importanza sociale e l’impatto economico determinato dai settori dell’agricoltura e della pesca – spiega in una nota l’Autorità – nei porti del Sistema di fatto non vi è un’adeguata presenza di servizi orientati all’efficientamento della logistica finalizzata a tali settori”.
Gli interventi di efficientamento
Per il porto di Bari il progetto prevede una modifica funzionale di spazi all’interno di un terminal di proprietà dell’Autorità: saranno introdotti servizi per migliorare la logistica agroalimentare e, inoltre, il terminal sarà sottoposto a una serie di interventi di miglioramento funzionale, formale ed energetico.
Sia per il porto di Bari, sia per quello di Brindisi, il progetto prevede la realizzazione di aree di sosta per veicoli industriali, attrezzate con specifici servizi dedicati al trasporto agroalimentare e in modo specifico a quello di prodotti a temperatura controllata. A Brindisi sorgeranno 20 stalli, a Bari 15.
L’energia necessaria sarà generata da fonti rinnovabili, in particolare da impianti eolici.
“L’agricoltura e la pesca possono diventare la chiave di volta per il rilancio dell’economia dei nostri territori – ha commentato il presidente dell’Autorità Ugo Patroni Griffi – Per dare ulteriore slancio all’azione, inoltre, abbiamo pensato di offrire agli operatori una serie di servizi gratuiti, in termini di disponibilità di infrastrutture e di servizi energetici e telematici. Interventi che hanno come comune denominatore un sacro rispetto per l’ambiente”.
“Oltre ai benefici derivanti dallo sfruttamento della risorsa rinnovabile per l’approvvigionamento energetico dei servizi, infatti, vi sarà un notevole impatto positivo derivante dalla migliore organizzazione della logistica che ridurrà notevolmente i tempi di attesa dei mezzi, con conseguenti minori emissioni – precisa Griffi – Peraltro, grazie alla realizzazione degli stalli organizzati, previsti nel progetto, si registrerà un notevole abbattimento delle emissioni legate alla disattivazione dei motori endotermici a supporto dei mezzi refrigerati”.
Cresce anche Gioia Tauro
E crescono le movimentazioni a Gioia Tauro (Reggio Calabria). Nel 2023 il Med center container terminal del porto calabrese ha movimentato 3,5 milioni di teu (twenty-foot equivalent unit, la misura standard di lunghezza nel trasporto dei container Iso, e corrisponde a 20 piedi (circa sei metri) totali, ndr), segnando il miglior risultato di sempre. Per trovare valori simili, occorre tornare al 2008, quanto lo scalo raggiunse nel i 3,47 milioni di teu.
Il 2024 si presenta però un anno di sfide: la prima riguarda l’introduzione del sistema Ets. Il quale, entrato in vigore il primo gennaio per le navi con stazza lorda pari o superiore a 5mila tonnellate che potrebbe penalizzare i porti europei del Mediterraneo a favore di quelli della costa africana, dove gli armatori pagano meno le emissioni di CO2.
La seconda sfida è invece la crisi del Mar Rosso, che sta deviando sempre più portacontainer dal Canale di Suez alla circumnavigazione dell’Africa. Quest’ultima penalizza i porti del Mediterraneo centrale e orientale, perché le navi che prima passavano da Suez possono ora fare scalo nei porti più vicini allo Stretto di Gibilterra, lasciando che siano le navi feeder a consegnare i container negli altri scali del Mediterraneo.