Cresce, di poco (+0,5% 2022 vs 2021), il mercato nazionale al consumo di prodotti biologici. A dirlo è il report di Ismea intitolato Biologico: gli acquisti alimentari delle famiglie che traccia un quadro da cui emerge un contenuto segnale di ripresa (il 2021 aveva chiuso a -4,6% sul 2020).
Si tratta di una crescita modesta se valutata in un contesto economico di importante inflazione che, per lo stesso periodo di riferimento, vede crescere il valore dell'agroalimentare italiano del +6,4 per cento.
Ortofutta in prima linea
Come da tradizione gli acquisti di biologico si concentrano nel comparto ortofrutticolo, che pesa per il 45,1% sul mercato totale, il che significa un punto percentuale in meno rispetto allo scontrino della spesa del 2021.
Crescono invece altre categorie merceologiche: uova fresche (+6,8% in valore rispetto al 2021) latte e formaggi (+5,7% sul 2021).
Il peso del mercato interno del biologico rispetto al valore totale dell'agroalimentare italiano è in lieve flessione, scendendo dal 3,9% del 2021 al 3,6 del 2022.
Consumi concentrati al nord
I consumi di prodotti bio in Italia restano concentrati nelle regioni del nord, dove si registra oltre il 60% delle vendite. Rispetto allo scorso anno cresce di circa un punto percentuale l’incidenza delle vendite nell’Italia centrale mentre rallenta lo sviluppo del mercato bio nel Mezzogiorno. Infatti, dopo un 2021 che aveva visto un aumento della spesa del 3,9%, nell’anno appena trascorso i trend registrano valori più bassi che nelle altre aree di Italia (+1% il fatturato bio monitorato nella Gdo del meridione nel 2022.)
I supermercati rallentano, i discount crescono a doppia cifra
Tra i canali distributivi il supermercato resta quello preferito dai consumatori di biologico con un’incidenza del 63,5% e un calo del fatturato dello 0,2% rispetto al 2021. A guadagnare importanti quote del mercato sono invece le vendite che passano per i discount, ormai prossime ai 300 milioni e con una crescita di circa il 16 per cento. L’aumento delle vendite nei discount si spiega sia con la crescente offerta di prodotti biologici nei punti di vendita, sia dalla necessità delle famiglie italiane di fare attenzione al prezzo di acquisto del cibo, anche quando questo è bio. La catena dei negozi specializzati continua invece a perdere valore sia in termini assoluti di spesa (vendite più contenute di oltre 55 milioni), sia di rappresentatività rispetto agli altri canali. L’incidenza del comparto negozi tradizionali che include gli specializzati del biologico passa dal 25,2% del 2021 al 22,9 del 2022.