“Gli agricoltori subiscono l’aumento dei prezzi: oggi preoccupano soprattutto quelli energetici. Per quanto riguarda le nocciole soffriamo l’impatto della Turchia, dove non vengono rispettati i diritti dei raccoglitori, mentre l’Asti Spumante patisce soprattutto la concorrenza sleale in loco, visto che ci sono aziende che importano mosti da altre regioni e anche dall’estero, poi li spumantizzano in Piemonte. Serve poi un Servizio fitosanitario sempre più forte“: così Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, fotografa l'attuale situazione.
E l’occasione per fare il punto sul comparto e sull’allarme bollette è stata l’audizione in Terza commissione (presidente Claudio Leone) in Regione Piemonte delle principali associazioni agricole per approfondire la tematica relativa al sistema della produzione e del commercio del comparto ortofrutta, come richiesto da Monica Canalis (Pd).
Per il vicepresidente di Confagricoltura Piemonte Paolo Bertolotto, “ci vuole sempre più sensibilità nel favorire aggregazione, promozione e innovazione tecnologica. Ci vuole una seria politica rivolta ai fondi assicurativi e le Enoteche regionali devono essere maggiormente valorizzate”.
“L’ortofrutta è a un bivio e necessita di una specifica politica regionale. Il fallimento del Gruppo T18 dimostra che c’è una forte evoluzione” ha sottolineato invece Gino Anchisi, presidente dell'Associazione produttori di asparagi di Santena e delle terre del Pianalto.
Per la Fondazione Agrion, nata per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, “è importante interpretare i bisogni delle diverse filiere produttive e fare ricerca al loro servizio. Sì alla lotta ai cambiamenti climatici e alla riduzione dei pesticidi.
Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia), auspica infine che “la stesura del nuovo Piano di sviluppo rurale (Psr) e dei nuovi obiettivi della Politica agricola comune (Pac) coinvolga tutto il settore, in quanto trattasi di strumenti vitali per la nostra agricoltura”.
Le ricchezze sui territori
L’ortofrutta in Piemonte, del resto, può contare sul distretto del pomodoro da industria nell’Alessandrino e sul fresco, in cui è soprattutto il Braiedese con le sue serre a giocare un ruolo fondamentale. Il commercio viene gestito soprattutto dalla grande distribuzione e dal mercato di Torino, che incide per oltre il cinquanta per cento. C’è poi grande interesse per le produzioni tipiche e biologiche: in Piemonte si contano 51 varietà orticole.
La frutticoltura è sviluppata essenzialmente nel Saluzzese e nell’area di Cavour con indotti specifici. Forte è la concorrenza dell’Emilia Romagna e della Spagna. Le aree in cui si pratica la coltivazione delle piante di nocciolo sono passate da 12mila a 26mila ettari. La viticoltura continua a essere comparto più importante, capace di penetrare con successo i mercati esteri.
Fonte: ilpiccolo.net