Prima è stata Volkswagen a bandire la carne dalla sua mensa, ora è il momento delle università di Berlino. Da ottobre gli studenti dei quattro atenei della capitale tedesca sostituiranno polpette e wurstel con broccoli, barbabietole, legumi, spinaci, oltre a pasta, polenta e formaggio. Il nuovo piano nutrizionale delle università berlinesi prevede infatti che i piatti offerti siano per il 68% vegani, il 28% vegetariani, mentre carne e pesce costituiranno solo il 4% dei menu. A tal fine, sono già state programmate 510 nuove ricette, di cui 341 vegane (288 senza glutine), 145 vegetariane (108 senza glutine), 12 ricette a base di pesce e altrettante a base di carne.
L'input arriva dagli studenti
In un sondaggio del 2019, il 13,5% degli studenti degli atenei della capitale tedesca – il che significa 5,6 milioni di universitari – si dichiara a favore di una dieta vegana, un ulteriore 33% opta per quella vegetariana. Numeri di una certa rilevanza e che evidenziano un trend in aumento, soprattutto se si considera che la percentuale di vegani in Germania è stimata attorno all’1,6% della popolazione, e quella di vegetariani attorno al dieci per cento. Alla Freie Universität Berlin (Università libera di Berlino), il più grande ateneo della città, già dal 2010 oltre 30mila studenti può recarsi presso la mensa Veggie No. 1, la quale offre solo piatti vegetariani e vegani.
In principio fu Volkswagen
A dettare la tendenza meat free è stata anche Volkswagen, la quale dal 20 agosto scorso ha bandito dal ristorante aziendale del grattacielo di Wolfsburg – diventato vegetariano – il currywurst. Si tratta di una salsiccia che il costruttore tedesco produce per le proprie mense: dunque una vera e propria rivoluzione, se si pensa che nel 2019 dalle fabbriche Volkswagen sono uscite 6,2 milioni di auto e 6,8 milioni di currywurst. Oltre ai wurstel, a Wolfsburg, scompaiono anche le polpette, gli stufati e gli arrosti, i quali lasciano spazio ad alternative vegetali.
E in Italia?
Una recente indagine di Eurispes dice che su 100 italiani, dieci hanno deciso di adottare una dieta vegetariana (6,7%) o vegana (2,2%). Sempre secondo Eurispes, vegetariani e vegani sono in aumento rispetto agli scorsi due anni. Tra le motivazioni alla base della scelta, ci sono la salute e il benessere (23,2%) e il rispetto per gli animali (22,2%). Altro dato che emerge è il crescente interesse degli adolescenti per le diete green. Effetto Greta Thunbergt?
A Torino un pasto veg al mese
Non sorprende, quindi, che anche a Torino, da settembre, i 40mila bambini (dall'asilo nido alle medie) che pranzano nelle mense scolastiche sperimenteranno il pasto vegano e quello vegetariano: una volta al mese l'apporto proteico sarà garantito dai legumi, mentre il pasto vegetariano sarà servito con una frequenza più alta.
Menu vegani nel resto del mondo
Anche nel resto del mondo i menu vegetariani e vegani si stanno imponendo nelle mense. Per esempio in Portogallo il cibo vegano è proposto nelle prigioni, negli ospedali e nelle scuole, negli Stati Uniti alcune università hanno optato per la scelta di menu vegani. In Svezia, la scuola Hagaskolan vicino a Stoccolma offre ai propri studenti un menu completamente vegano, mentre in Giappone le mense scolastiche sono spesso affiancate a un orto della scuola stessa.