02 novembre 2020

AgroMateriae: dagli scarti agricoli il sostituto della plastica

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Dai diamanti non nasce niente, dagli scarti dell'ortofrutta tanta materia prima buona per plastica e bioplastica. Se l'idea della start up AgroMateriae taglierà il traguardo della industrializzazione gli scarti dei campi da rifiuti si trasformeranno in fonte di reddito per le aziende agricole.

Dagli scarti AgroMateriae  ha realizzato legacci e tappi per bottiglie

economia circolare

I legacci prodotti con gli scarti di un'azienda vitivinicola

Il progetto, finalista della sfida Start Cup Emilia-Romagna  che rappresenterà la regione al Pni –Premio nazionale per l’innovazione, può raggiungere una sostenibilità da economia circolare ovvero gli scarti possono essere utilizzati per realizzare prodotti per l'azienda. Un esempio concreto: dagli scarti dalla lavorazione dell'uva in un'azienda vitivinicola sono stati realizzati dei legacci biodegradabili e dei tappi per le bottiglie di vino. Un recupero funzionale alle attività aziendali.

La carta d'identità dei neo-imprenditori 

AgroMateriae è il frutto bolognese/modenese della semina di Alessandro Nanni (Ceo) e dei soci  NikolasGallio (Cto) e MassimoMessori (scientific advisor). Nanni da cinque anni lavora come ricercatore in ambito biopolimeri e biofillers, NikolasGallio, sempre da cinque anni, lavora come ingegnere processista in un’azienda multinazionale polimerica, mentre Massim Messori è professore ordinario in scienza e tecnologia dei materiali all’Università di Modena e Reggio Emilia, autore di oltre 150 pubblicazioni in riviste scientifiche.

Il Ceo Alessandro Nanni: “Pronti a provare con pesche o pomodori”

I primi esperimenti sono stati fatti con gli scarti di un'azienda vitivinicola, ma gli imprenditori sono aperti, lo scrivono anche nelle loro pagine web, al contributo di altre colture. Lo sottolinea Alessandro Nanni: “Dal pomodoro alle pesche siamo interessati a sperimentare soluzioni che valorizzino e recupero gli scarti”. L'obiettivo? “Trasformare i sottoprodotti agricoli in nuovi materiali per l'industria della plastica, risolvendo contemporaneamente la gestione dei rifiuti delle aziende agro-industriali e la necessità di nuovi materiali eco-sostenibili”.

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Le posate costruite con gli scarti

Il primo prodotto di AgroMateriae, con brevetto depositato, prende il nome di  Wine plastics filler (Wpl). A cosa serve? “Si tratta di un materiale economico che può essere miscelato in alte percentuali con tutte le plastiche e bioplastiche”. E come nei casi dei legacci per la vite può essere biodegradabile e diventare anche un nutrimento per la terra. Lo schema del business vede posizionata la start up tra l'azienda agricola e i produttori di plastiche che hanno necessità di materiale che le renda più sostenibili ovvero con meno presenza dei derivati del petrolio. Nel caso più ecologicamente interessante anche senza presenza di polimeri.

In produzione le prima 40 tonnellate di materia prima

In questo momento i tre soci stanno seguendo la produzione del primo lotto da 30-40tonnellate di Wpl che stimano di avere pronto per dicembre 2020. Materia prima seconda da destinare a una trentina di clienti che lo lavoreranno per ottenere una validazione industriale. “Il passaggio successivo è avere entro maggio-giugno 2021 quattro o cinque clienti che ci permettano di creare il nostro primo mercato e iniziare a lavorare su dimensione industriale”. L'obiettivo ultimo è di aprire uno stabilimento di proprietà con la capacità di produrre cinquemila tonnellate all'anno di Wpl”. In parallelo si intende proseguire la sperimentazione con altri scarti agricoli per nuovi materiali e prodotti da offrire al mercato.

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Anche il bicchiere di AgroMateriae è prodotto con gli scarti

Prodotto finito da riutilizzare in azienda

La configurazione più alta di questo progetto è legato all'economia circolare: “Quando lo scarto diventa prodotto finito all’interno della stessa filiera è sicuramente un valore aggiunto – sottolinea il Ceo – Il riferimento è ai legacci e ai tappi per le bottiglie, ma possiamo pensare  ai teli per la pacciamatura realizzati con gli scarti aziendali”. C'è da liberare la fantasia per individuare i possibili sbocchi di questo materiale che mira  potenzialmente ad un vasto mercato: dal 2021 sarà vietata la plastica monouso nei confini dell'Unione Europa. Anche in questo settore innovativo ed avanzato però bisogna fare i conti con i vincoli millenari dell'agricoltura ovvero il meteo e i cambiamenti climatici sono parametri complessi in un processo di produzione industriale.

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