Tra i tanti danni della pandemia, c'è pure da annoverare quello a carico dell'industria del pomodoro. Sì, perché a causa di diversi fattori, tra cui il costo delle materie prime schizzato alle stelle, a oggi i barattoli per le conserve sono introvabili. E se si trovano, sono molto costosi. Il rischio è che la situazione possa solo peggiorare: tra circa un mese e mezzo la campagna del pomodoro entrerà nel vivo e, se il problema non verrà risolto, si troveranno ad affrontare lo stesso problema anche altre filiere.
Italia: più di tre miliardi di scatole di pomodoro
Sono oltre cinque milioni le tonnellate di pomodoro processate in Italia. Di queste, due terzi vengono confezionate nelle latte di banda stagnata, il che significa che, ogni anno, vengono riempite tre miliardi e mezzo di scatole di pomodoro. Le latte per le conserve prendono forma perlopiù vicino ai distretti del pomodoro, dunque tra Napoli e Salerno e in Emilia Romagna, e pertanto la maggior parte è made in Italy. A provenire dall'estero, però, è la materia prima.
Perché non si trovano più latte?
Il materiale con cui si fabbricano le latte destinate all'industria del pomodoro arriva in forma di bobine d'acciaio soprattutto dalla Cina. In pochi mesi il prezzo delle bobine è passato da 400 dollari a tonnellata a oltre mille. L'impennata dei prezzi è dovuta a più di un motivo: a causa dell'emergenza sanitaria la produzione di acciaio è diminuita, perché alcune industrie – per esempio l'automotive – hanno ridimensionato di molto la domanda. Ma altri settori, tra cui la polpa di pomodoro e i pelati, hanno subito un vero e proprio boom, soprattutto con il primo lockdown, quando le famiglie hanno fatto scorte di generi a lunga conservazione, svuotando i magazzini. Il che, proprio per sopperire alla mancanza di scorte, ha generato la richiesta di un surplus di pomodori ai produttori.
I barattoli sono merce rara
Ricapitolando: quest'anno si dovrebbero confezionare più latte e dunque è alta la richiesta di acciaio da parte dei produttori di barattoli. Ma manca l'acciaio perché, in generale, le acciaierie hanno diminuito la produzione. Il risultato è che, se pur può sembrare assurdo, i barattoli per le conserve di pomodoro sono diventati merce rara.
Costi alle stelle
Secondo alcune stime riportate da Repubblica, il fabbisogno nazionale di banda stagnata è di circa 800mila tonnellate, ma la produzione interna è al di sotto di questi numeri. E non si tratta di un problema di facile soluzione: andrebbero potenziate le linee di produzione, ma ci vuole tempo. E dall'estero le consegne saltano, perché chi detiene la materia prima ha iniziato ad accumularla per non trovarsi in situazioni analoghe a quella italiana. La banda stagnata pesa al 60-65% sul costo del barattolo, il che significa che, con l'aumento di prezzo, il rincaro su una lattina da mezzo chilo è di circa tre centesimi. Un'incidenza molto alta, per per un prodotto che costa poco. Oltretutto si deve sommare anche un'altra voce di costo schizzata alle stelle, ossia il trasporto.
Che cosa succederà all'industria del pomodoro?
Al momento è difficile fare previsioni attendibili. Nello scenario peggiore, se i barattoli continueranno a essere introvabili e costosi, il rischio è che i pomodori non verranno raccolti, come denuncia Coldiretti. In ogni caso, il costo del prodotto finito è destinato ad aumentare: oltre al costo dell'acciaio, sono aumentati i prezzi di tutte le materie prime, quindi costano di più anche etichette, cartoni e plastica. Infine, il problema potrebbe estendersi: le prossime vittime del caro-latta potrebbero essere la frutta sciroppata, i legumi, le verdure conservate.