19 giugno 2015

Amazon e l’e-commerce di cibo italiano. Una scossa per la distribuzione italiana?

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Minaccia o opportunità? O magari una salutare scossa ad un settore, quello distributivo italiano, che si è sempre mosso con timore e lentezza quando si parla di cibo ed e-commerce? Il Corriere della Sera, in un articolo a firma Dario Vico, analizza lo scenario che il possibile sbarco di Amazon anche nel mondo del cibo italiano potrebbe provocare. Per ora le bocche sono cucite e, sebbene le indiscrezioni comincino a crescere, il colosso americano non commenta. Lo stesso Corriere della Sera in un articolo del 28 maggio aveva riportato il commento di una fonte anonima a conoscenza dei fatti che dava per certo lo sbarco di Amazon nella vendita di prodotti alimentari sia freschi che confezionati in Italia. Unico problema da risolvere: il prezzo fisso. “Bezos deve offrire in tutte le zone del Paese prodotti con lo stesso cartellino – commentava la fonte anonima – mentre anche nella Gdo i prezzi possono variare lungo la Penisola”.

Nel suo recente articolo Dario Vico sottolinea come i dettagli di questa eventuale operazione non siano certo secondari: a partire dai tempi di consegna e dal margine di contribuzione che le aziende italiane, per esempio, dovranno versare ad Amazon. In attesa di scoprire il prossimo piano di espansione di Eataly all’estero (a ottobre Andrea Guerra diventerà presidente operativo della creatura di Farinetti e si quoterà in Borsa), secondo l’autore un’accellerazione da parte di Amazon sul fronte cibo “costringerebbe tutti a fare i conti con la novità”. Anche perché “scontiamo come sistema Italia un lento avanzamento dell’offerta di e-commerce visto che l’unica piattaforma globale che abbiamo, per ora, è Yoox nella moda e nel design”.

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