Il profilo compositivo del pistacchio di Bronte (Pistacia vera L., cultivar Bianca) e la caratterizzazione della sua frazione lipofila è stato uno dei temi al centro dello studio condotto dal CRA, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, all’interno del progetto “Biodiversità e agroalimentare: strumenti per descrivere la realtà italiana. Biovita”, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. I risultati della ricerca, che mirava a indagare le proprietà di alcune produzioni tipiche locali, sono stati presentati nei giorni scorsi presso la stessa sede del Mipaaf. “Il progetto – ha dichiarato il coordinatore Dr Giuseppe Maiani – ha avuto come obiettivo generale quello di verificare se i prodotti sia di origine vegetale che animale, ottenuti con differenti metodi di produzione, possano avere caratteristiche intrinseche, sino ad ora non considerate, che li rendano comunque distinguibili e diversi da analoghi comuni. Il lavoro, organizzato in azioni verticali e orizzontali interconnesse tra loro, è stato indirizzato allo studio di “prodotti a denominazione di origine protetta e prodotti tipici tradizionali” provenienti dalle filiere ortofrutticola, lattiero-casearia, olivo-oleica e ittica”. Il pistacchio di Bronte ha ottenuto fin dal 9 giugno 2009 dall’Unione Europea la denominazione di origine protetta Dop.
09 luglio 2013
Anche il pistacchio di Bronte nella lente del CRA
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