Più che positiva la prima delle quattro liquidazioni ai soci della cooperativa ortofrutticola Apofruit Italia, quella che corrisponde al conferimento della produzione primaverile, in particolare fragole e asparagi, a cui si aggiungono piccoli frutti ed alcuni ortaggi.
“Una liquidazione totale – evidenzia il direttore generale Ernesto Fornari – di 23 milioni, in crescita rispetto ai 22 milioni liquidati lo scorso anno. Dunque, un 3% in più, percentuale che diventa ancor più significativa se si pensa che va raffrontata ad un 5% in meno di produzione, il che significa in media l'8,8% in più al chilogrammo rispetto al 2020″.
Una positività di bilancio, dunque, resa evidente nei numeri, pur in concomitanza con la seconda annata funestata dalla pandemia da coronavirus. Una contingenza negativa che, però, non ha influito sull'andamento della fragola, di cui Apofruit e Mediterraneo Group, con il partner storico Cooperativa Sole, sono di gran lunga il maggiore produttore italiano. “Le fragole, veicolate dal marchio Solarelli e Piraccini – rimarca Fornari – hanno registrato una performance ottimale grazie ai mercati generali soprattutto nella prima fase ed ad un buon equilibrio di vendite sulla grande distribuzione nella seconda fase”.
Fragole
L'ottima produzione di fragole targate 2021 viene principalmente dalla Basilicata, ritirata dallo stabilimento Apofruit di Scanzano Ionico, completamente climatizzato, da cui il prodotto viene spedito direttamente alla grande distribuzione e sui mercati generali mantenendo una shelf-life ottimale; interessanti anche le produzioni della Romagna dove quella della fragola è diminuita negli ultimi anni, ma grazie alla valorizzazione del prodotto locale ed export trova valori oggi di nuovo interessanti. Quest'anno la raccolta è iniziata un po' più tardi ma la preoccupazione si è presto dissolta a confronto con i risultati, ossia un volume costante a fronte di un prezzo molto interessante.
“La varietà principale rimane Sabrosa – ricorda Ernesto Fornari – ma ci stiamo attivando per mettere in produzione varietà di nuova costituzione che ci consentano un periodo commerciale più lungo, una prospettiva che andrà incontro ai produttori alle prese con le problematiche del reperimento di manodopera che potranno essere diluite nel tempo”.
Scende nel particolare dei prezzi liquidati ai soci Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit: “La varietà Sabrosa è stata liquidata a una media di oltre 2,80 euro al chilogrammo, stessi risultati per la nuova varietà Rossetta. Il biologico dell'area di Scanzano viene liquidata a 3,60 euro al chilo. In Romagna la liquidazione si attesta intorno ai 2,10 euro al chilogrammo, saliti a 2,90 per la produzione biologica”. A questi numeri occorre aggiungere il 4% di contributi Ocm.
Asparagi
Ottimi risultati anche sul fronte degli asparagi con 9 mila quintali di produzione, di cui metà biologico, per buona parte provenienti dalla zona di Foggia, indirizzata prevalentemente ai mercati esteri (Svizzera e Germania), mentre sul convenzionale le aree produttive maggiori sono Emilia-Romagna e Lazio. Anche sugli asparagi una campagna produttiva piuttosto tardiva, a seguito delle gelate primaverili, ma ugualmente soddisfacente rispetto al 2020.
“I prezzi di liquidazione – spiega Mirco Zanelli – hanno potuto assestarsi su una quotazione di liquidazione di 3,04 euro al chilo per la categoria Extra e 2.34 per la categoria IA del prodotto convenzionale prodotto in Emilia-Romagna, che beneficia in buona parte della valorizzazione delle produzioni IGP del basso Ferrarese. Per il prodotto del Lazio rispettivamente 3.02 per Extra e 2,36 per la IA. La produzione biologica dell'area Puglia viene liquidata a 4.05 l'Extra e 3.28 la IA, quella dell'Emilia Romagna 3.35 l'Extra e 3.07 la IA, quello del Lazio 3.72 l'Extra e 3.08 la IA”.
“Un andamento interessate ha contraddistinto anche i piccoli frutti, sia in termini di produzione che di consumo – aggiunge Zanelli – oggetto di progetti di sviluppo in diversi territori con ottime performance sia dei lamponi che dei mirtilli soprattutto in Sicilia”.
Soddisfazione anche nelle valutazioni del presidente di Apofruit Italia Mirco Zanotti. “Siamo molto soddisfatti – afferma Zanotti – sia per le quantità che per la qualità delle produzioni primaverili, e di questo dobbiamo ringraziare i nostri soci che hanno adottato in campagna le giuste tecniche colturali che ci hanno consentito di gestire al meglio il prodotto. Sia le fragole che gli asparagi richiedono molta manodopera, elemento che può indurre criticità sia nella fase di produzione che nella lavorazione presso gli stabilimenti, per gli effetti della pandemia e per le problematiche ricorrenti legate a questo tema. A questo si aggiunge la preoccupazione per il lievitare dei costi di produzione, una bolla che ci auguriamo si risolva nel breve periodo, entrambi fattori che vanno ad erodere i pur ottimi risultati delle liquidazioni”.
Fonte: Apofruit