16 marzo 2022

Banco Fresco, Coppa: “Il primo valore è la fiducia tra insegna e cliente”

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“Trasmettere il valore dell'ortofrutta significa, secondo la nostra filosofia, mettere sempre a disposizione del consumatore il miglior prodotto in grado di soddisfare il giusto rapporto qualità prezzo”. Così esordisce Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco, che precisa: “Offriamo dunque una vasta gamma di prodotti. Da quelli più accessibili, che però non sono mai al di sotto di un certo standard qualitativo, fino a quelli in grado di soddisfare i palati più esigenti”.

Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco

Made in Italy è meglio

La provenienza italiana non è, invece, un aspetto irrinunciabile: “Il made in Italy è sempre la nostra prima scelta – sottolinea – E, infatti, la maggior parte dei prodotti presenti nel nostro reparto ortofrutta provengono da produzioni italiane. Ma gli obiettivi che perseguiamo sono la massima qualità e il miglior gusto di frutta e ortaggi. E, pertanto, soprattutto ad attacco stagione, se non si riesce a trovare sul mercato nazionale il prodotto a cui ambiamo, seppure a malincuore, cerchiamo altrove”.

La stagionalità come primo criterio

Valorizzazione del prodotto ortofrutticolo, per Banco Fresco, vuol dire anche scegliere in funzione della stagionalità: “Non possiamo esimerci dall'offrire un'ampia gamma di prodotto esotico, ma il nostro core business è soprattutto sul prodotto di stagione – ricorda – Una scelta che impone di partire con un prodotto impeccabile nel gusto e nella qualità organolettica. Se non ci sono i presupposti, preferiamo arrivare sui banchi anche con qualche giorno di ritardo rispetto ad altre insegne”.

La domanda sorge spontanea: al consumatore arrivano le motivazioni della scelta? “Fare arrivare questi ragionamenti al cliente finale è complicato – spiega Coppa – Si tratta di instaurare un rapporto di fiducia tra l'insegna e chi fa la spesa“.

Un percorso complesso, che passa da un mix di elementi: comunicazione, esposizione del prodotto, personale del punto di vendita.

Quanto a quest'ultimo punto, Coppa argomenta: “I dipendenti di Banco Fresco sono molto preparati, per noi la formazione è un elemento importantissimo. Sul fronte dell'esposizione privilegiamo lo sfuso. Anche durante la pandemia non abbiamo optato per il prodotto confezionato, quelle ortofrutticole sono referenze che si lavano. Laddove possiamo evitarlo, per un discorso di sostenibilità, preferiamo non impiegare le confezioni. In ogni caso, l'elemento che maggiormente riflette i valori dell'ortofrutta è il prodotto stesso. Se è buono, il consumatore torna“.

Quando un prodotto è buono?

“Sulla qualità e sul gusto dei prodotti occorre fare riflessioni ben precise – riferisce Coppa – Un prodotto può essere perfetto, dunque all'apparenza qualitativamente ineccepibile, ma molto deludente al momento dell'assaggio. Per noi l'estetica non è qualità, almeno non lo è del tutto. Un bel melone con un grado Brix basso, non è il prodotto che desideriamo offrire ai nostri clienti”.

Il bio non è un claim

“Siamo sempre alla ricerca di prodotti buoni e naturali – prosegue – ma non ci interessano i claim, biologico non significa per forza buono. Può succedere anche che mettiamo a scaffale del prodotto proveniente da agricoltura biologica senza pubblicizzarlo. Quello che ci interessa trasmettere al consumatore sono i nostri valori, il rapporto di fiducia che abbiamo con i fornitori e con chi sceglie di fare la spesa nei nostri punti di vendita. Desideriamo che il consumatore abbia la certezza che, quello che acquista da Banco Fresco, sia fresco veramente”.

Valore dell'ortofrutta significa remunerare i produttori

Dulcis in fundo, secondo Coppa valore dell'ortofrutta significa anche remunerare equamente il mondo produttivo: “A costo di perderci, soprattutto in momenti come questi, in cui i costi logistici sono alle stelle, preferiamo riconoscere ai nostri fornitori il valore reale dei prodotti, non siamo alla ricerca dell'affare. Si tratta di un investimento che ci ritorna in termini di fiducia e di garanzia. Il tira e molla sul prezzo dei prodotti, soprattutto per quelli ortofrutticoli, a mio avviso non ha senso. Alla fine della trattativa, si espone merce che vale quanto la si è pagata”.

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