Biologico e ristorazione collettiva. Un connubio che cresce, in linea d’altronde con l’aumento dei consumi degli alimenti biologici che quest’anno sta facendo registrare una crescita impetuosa in tutti i canali distributivi in Italia. E all’interno del canale della ristorazione collettiva, per esempio, le mense scolastiche hanno fatto registrare un incremento importante, pari al 43% (dati Biobanck): oggi sono poco più di 1200 e con un complessivo stimato in 315 milioni di euro per il 2014 (dati AssoBio). Le regioni con più mense mense bio sono la Lombardia (224), il Veneto (192) e l’Emilia Romagna (172).
È quanto è emerso al convegno “Il bio nel piatto” organizzato all’Expo di Milano da Fedagri-Confcooperative al quale ha partecipato anche una delle realtà più importanti nella produzione e commercializzazione i prodotti alimentari biologici, vale a dire Brio Spa. La società di Campagnola di Zevio (Verona) ha un fatturato di circa 56 milioni di euro, il 26% del quale realizzato proprio all’interno del canale della ristorazione collettiva.
“L’accesso alla ristorazione collettiva – ha dichiarato Andrea Bertoldi, direttore generaledi Brio – riveste una grande importanza per le aziende di produzione in quanto la fornitura di alimenti biologici, spesso affiancata anche da iniziative di educazione alimentare ed ambientale, consente di raggiungere un target molto ampio, composto dai bambini e dai ragazzi che frequentano le scuole e le relative mense, ma anche dalle loro famiglie, formate da genitori e nonni”.
Brio rifornisce poco meno di 650 plessi, distribuiti in 12 regioni (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania). “Il trend risulta quindi senza dubbio positivo – ha concluso Bertoldi – ma si può fare ancora molto per aumentare ulteriormente l’utilizzo di prodotti bio nelle mense scolastiche, e in generale nella ristorazione collettiva, seguendo l’esempio di regioni virtuose come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che hanno recepito le indicazioni ministeriali attraverso apposite leggi regionali per l’educazione alimentare. Tutto ciò per migliorare il livello di salute dei consumatori ma anche per tutelare l’ambiente attraverso la diffusione di tecniche agricole a basso impatto che favoriscono lo sviluppo rurale ecosostenibile”.