Intanto dal canto suo l’Austria, per voce di Leonore Gewessler, ministra federale per la protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia, sta meditando di aumentare il pedaggio, in modo progressivo dal 2024 al 2026, per i veicoli industriali che viaggiano lungo l’asse del Brennero. Oltre che aumentarli, l’Austria vuole adattare i pedaggi alle nuove norme comunitarie sui costi delle infrastrutture, che prevedono di considerare anche le emissioni di anidride carbonica.
Due nuovi capitoli si aggiungono alla lunga diatriba che da tempo interessa in Brennero. Da un lato l’Italia che chiede l’intervento della Corte di giustizia europea contro i divieti di transito imposti dall’Austria, dall’altro lato quest’ultima che pianifica di incrementare i pedaggi per i veicoli industriali. Ma andiamo con ordine e vediamo che cosa sta succedendo.
L’Italia ricorre all’Ue
Con la seduta dello scorso 16 ottobre il Consiglio dei ministri italiano ha adottato formalmente la richiesta del Mit, il ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, di avviare la procedura prevista dall’art.259 del Trattato Ue contro i divieti austriaci al Brennero.
Si tratta di una novità assoluta: nella storia dell’Unione europea è la prima volta che l’Italia ricorre direttamente alla Corte di giustizia contro un altro stato membro per violazione del diritto europeo.
“Una scelta difficile ma obbligata a fronte della posizione attendista assunta dalla Commissione e all’impossibilità di raggiungere una soluzione negoziata – ha precisato Matteo Salvini – Spetterà quindi alla Corte di giustizia chiarire se i divieti austriaci al traffico pesante siano legittimi o se debba prevalere il principio della libera circolazione di merci e persone sancito dai Trattati”.
Fiap: “Ottima notizia”
Da parte del mondo dell’autotrasporto non sono mancati i commenti positivi: “E’ certamente un’ottima e attesa notizia – ha sottolineato Alessandro Peron, segretario generale Fiap Autotrasporti, associazione di rappresentanza del settore trasporto e logistica – Sulla questione del Brennero, così come sulla complessiva criticità del transito delle merci dai valichi alpini, che ha visto impegnata la Fiap in questi ultimi anni sia a livello nazionale che internazionale, non è infatti più ammissibile che un principio fondante l’Unione europea venga disconosciuto, giustificando scelte autonome e arbitrarie con motivazioni di carattere ambientalista e di salute sociale, sostanzialmente di facciata visto che, poi, a casa loro, le istituzioni austriache permettono alle imprese di circolare e inquinare comunque e con qualsivoglia veicolo”.
“Scelta egoista il cui risultato è, semplicemente, quello di spostare il traffico verso altre direttrici, visto che non vi sono, attualmente, altre possibilità di natura intermodale in grado di assorbire i flussi di transito delle merci necessari al nostro import/export, insieme a quello dei Paesi del nord europei – ha proseguito il presidente di Fiap – L’immobilità delle istituzioni europee, a partire dalla presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula Von Der Leyen, non è più accettabile. Attendiamo ora gli sviluppi dell’iniziativa del Ministro Salvini e di tutto il Governo italiano”.
Provincia di Bolzano: “Meglio trattare”
Diversa la visione del presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Il quale, sulla questione del traffico di transito lungo il corridoio del Brennero, sta esortando Italia e Austria a sedersi al tavolo delle trattative. Per Kompatscher l’Alto Adige soffre l’annoso problema del traffico di transito ed è dunque necessario un negoziato senza precondizioni sul problema.