20 novembre 2023

Cambiamenti climatici, obbligo assicurazione per le aziende

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I cambiamenti climatici potrebbero comportare un aggravio delle spese per le aziende di tutti i settori, fatta eccezione per le aziende agricole, ma non per la filiera agroalimentare. 

Se, infatti, la legge di bilancio 2024 (attualmente in discussione al Senato) verrà approvata, le imprese dovranno sottoscrivere una assicurazione per tutelarsi dai danni causati dagli eventi avversi legati al cambiamento climatico, dunque alluvioni, frane, inondazioni, ecc.

Per ora non è stimabile il costo delle polizze, che molto probabilmente varierà a seconda della compagnia assicurativa. Inoltre, tra i criteri che ne determineranno il prezzo, potrebbe esserci quello legato alla collocazione degli impianti: più la zona sarà giudicata a rischio di calamità naturale, più il premio potrebbe crescere. E poi, in futuro, a determinare il costo della polizza potrebbe essere anche la frequenza degli eventi: l’eventuale aumento delle catastrofi naturali potrebbe portare a un incremento del costo delle assicurazioni.

Che cosa dice la legge

Entrando nel merito, l’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali è introdotto dall’articolo numero 24 della bozza della legge di bilancio 2024, il quale recita: “Le imprese con sede legale in Italia e le imprese aventi sede legale all’estero con una stabile organizzazione in Italia dovranno stipulare un’assicurazione contro i danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale”.

Si tratta – precisa il testo – di alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni, sismi.

Cosa succede se non si ha la polizza

La sottoscrizione della polizza assicurativa è la conditio sine qua non per “l’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche”.

Sempre secondo la bozza di testo, il contratto di assicurazione potrà prevedere scoperti o franchigie, però mai superiori al 15% del danno. Per chi non si assicura è prevista una sanzione da 200mila a un milione di euro.

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