Scorre il traffico merci verso Austria e Germania, ma ai tempi del coronavirus è rallentato verso i confini ungheresi e si viaggia con il freno a mano tirato pure in direzione di Slovenia e Croazia. C’è un problema. Lo racconta a Myfruit Alberto Campagnolo, titolare della Campagnolo Trasporti, seppure l’ortofrutta, il core business aziendale, permetta di lavorare senza eccessivi contraccolpi.
Campagnolo: 300 veicoli in Europa
Luigi Campagnolo, classe 1896, diede vita all’impresa nel 1929 trasportando derrate ortofrutticole con i carri. Ora l’azienda vanta 160 veicoli di proprietà ma, grazie ai collaboratori, ne fa viaggiare 300 in Europa. Ai clienti offre un'area di transito a temperatura controllata e uno spazio per il deposito a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza. Fattura 50 milioni di euro ed è un riferimento per l’export dell'ortofrutta italiana. Azienda solida che sta affrontando bene l’emergenza creata dalla pandemia.
Austria e Germania i mercati più importanti
Alberto Campagnolo – l'azienda è a conduzione familiare, con i fratelli Fabio e Chiara – ha il polso della situazione su scala europea e offre a myfruit.it la ricostruzione della cronologia degli eventi con una premessa: “Noi raccogliamo e carichiamo la frutta in Italia , poi la trasportiamo in Austria e Germania, che rappresentano le nostre destinazioni più importanti come volumi e quantità, ma frequentiamo anche gli altri stati europei”. Queste le rotte principali della Campagnolo Trasporti.
Con i primi contagi in Italia la paura di restare isolati
Con l'esplosione della crisi sanitaria squilla la paura oltre frontiera: “Veniamo visti come un problema e discriminati. Noi abbiamo avuto paura che i clienti esteri evitassero il consumo dei prodotti nazionali per paura del contagio”. Una fase che è stata superata con Austria e Germania.
Il boom di richieste da Austria e Germania: aumenti fino al 40%
Appena si diffonde il virus e soprattutto si approvano le prime restrizioni anche nei due principali paesi di sbocco per Campagnolo scatta la corsa all’accaparramento. “Abbiamo registrato un forte aumento della domanda: fino al 40% a causa dell’approvvigionamento eccessivo dei cittadini. Un andamento frenetico, simile a quello visto precedentemente in Italia, con le imprese che hanno acquistato quantità elevate”.
Dopo il picco la flessione di questa settimana
Poi, come in Italia, il ridimensionamento. “Il picco si è toccato la settimana scorsa, ora i magazzini sono pieni e questa settimana c’è stato il rallentamento. Un calo del 30-40 % che compensa l’aumento dei giorni prima”.
Con coronavirus si vendono più patate ed è boom per gli agrumi
Oscillano le quantità, ma è variata pure la tipologia degli acquisti, ancora analogie con l’Italia, come ci spiega Campagnolo: “I mercati tendono a consumare prodotti a più lunga conservazione, meno deperibili e meno cari ovvero più patate, cipolle, mele e pere. In questa cambusa c’è meno posto per mirtilli o fragole. Se vogliamo fare un esempio”. La comunicazione ha un ruolo rilevante nel modificare gli stili di consumo: “C’è stata una forte richiesta di agrumi, una domanda – soprattutto in Austria – che si spiega con l’attrazione per la vitamina C, vista come difensore del nostro corpo nei confronti del virus”.
Rallentamenti in Ungheria, ma pure in Slovenia e Croazia
I due mercati principali reggono bene, ma le altre frontiere europee portano problemi. Anche con riflessi sulla forza: “Tanti camionisti sono rumeni e si sono trovano a casa per loro diventa molto difficile attraversare l’Ungheria. Qui ci sono dei problemi, anche per fare i carichi”. Frizioni si registrano anche in Slovenia e Croazia: “Dove hanno reagito in barba alle regole europee. Con Austria e Germania si sono riuniti i rispettivi ministri e hanno risolto in tempi quasi celeri. Anche se dal Brennero si era formata una coda da 100 chilometri, arrivava fino a Verona”.
Alla Campagnolo si prova lo smart working ma la situazione è sotto controllo
Alla Campagnolo la situazione è sotto controllo – nonostante una ventina di lavoratori della sede siano a casa e operativi con lo smart working -, ma sono i chiari i problemi del settore ortofrutticolo. “Sappiamo che è difficile trovare manodopera, ci sono lavoratori che non si presentano al lavoro ed è difficile anche organizzare gli spostamenti per i campi”. Una situazione che Alberto Campagnolo conosce anche per un altro mercato che frequenta: “In Spagna hanno avuto un picco di produzione per soddisfare i mercati esteri, ora sono tornati a condizioni più normali, ma ora vivono problemi più grossi dei nostri. Il servizio logistico ha delle grosse difficoltà perché scarseggiano anche i mezzi”. C’è chi sta peggio di noi, ma non è una consolazione.