C’è una componente di fatti e una di storytelling (o narrazione, in italiano) praticamente in ogni testo, anche in quello apparentemente più asciutto e asettico, come un referto medico. Così, oltre ai fatti da comunicare, bisogna tenere sempre presente anche il modo in cui questi si comunicano. Posto che ci si possa (e debba) dare un bilanciamento tra “componente fatti” e “componente narrazione”, è opportuno che si tenga sempre il medesimo bilanciamento e che la componente della narrazione entri fin dai primi istanti a contatto con la produzione. In questo modo, lo storyteller potrà raccogliere e trasmettere importanti suggestioni verso i destinatari del messaggio. Inoltre, “portate più persone giovanissime, con il 2 davanti negli anni, a lavorare nei posti che contano“. Questi, in estrema sintesi, alcuni degli spunti e delle suggestioni che un applauditissimo Alessandro Baricco ha fornito ieri pomeriggio al convegno Dal Fare al Dire. Come comunicare la sostenibilità, organizzato da Apot, Associazione dei produttori ortofrutticoli trentini, all’Itas Forum di Trento.
Il consumatore compra fatti e storytelling
Lo scrittore torinese, durante il suo intervento, ha citato anche Oscar Farinetti, un autentico precursore della narrazione legata al food, “che ha dimostrato come lo storytelling possa avere una grandissima potenza“, e ha inoltre chiarito: “I fatti senza storytelling non esistono, e lo storytelling rende reali i fatti. Non bisognerebbe mai separare le due cose, mai delegare la narrazione. Ovvero, bisognerebbe avere una sensibilità e un talento di tipo narrativo nel cuore del processo produttivo, al tavolo di chi costruisce e fa. Del resto, noi consumatori compriamo fatti e storytelling, e la parte per la quale ci piace più spendere soldi è lo storytelling”.
Baricco ha introdotto anche il concetto di buen vivir, sviluppatosi prepotentemente in epoca post-covid e applicabile anche alle aziende, dove la sostenibilità diventa un pezzo di un puzzle ben più ampio. “Le aziende – ha ricordato lo scrittore – devono stare al mondo in armonia con questo nuovo flusso, adottando una idea diversa di profitto, di modalità di lavoro, di comunicazione, di aggressività”. Insomma, per avere successo non bisogna solo sapere fare le cose bene, ma anche essere buoni.
Lectio magistralis a parte, il convegno di Apot, come di consueto, è stato aperto dal presidente Ennio Magnani, che ha sottolineato: “È importante comprendere che il sistema frutticolo trentino è un organismo ampio che si muove con il contributo di tante persone ed enti, che da tanti anni si adoperano per far crescere il nostro settore. Il progetto è ambizioso; ecco perchè comunicare è fondamentale ma è fondamentale avere dati concreti e verificati per poter raccontare il nostro lavoro, per questo esiste il nostro Bilancio di Sostenibilità”.
Moderati da Roberto Rasia Dal Polo, giornalista e inviato per “Agorà” – Rai 3, nella prima parte dell’evento sono intervenuti Alessandro Dalpiaz, direttore Apot, Paolo Gerevini direttore generale consorzi Melinda e La Trentina, Giulia Zanotelli assessore all’Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento e Roberto Failoni assessore all’Artigianato, Commercio, Promozione Sport e Turismo della Provincia Autonoma di Trento.
Alessandro Dalpiaz ha presentato una sintesi dell’attuale stato dell’arte della frutticoltura trentina nei confronti della sostenibilità, i cui dati completi sono presenti nel Bilancio di Sostenibilità 2023, quest’anno alla sua terza edizione. I parametri analizzati nel corso del 2021 e 2022 si riferiscono a molti indicatori, come la qualità del suolo, le dinamiche del settore biologico e delle varietà resistenti, l’apicoltura, la biodiversità, la riduzione dell’impiego dei fitofarmaci e dell’indice di rischio connesso, i controlli sulla sicurezza del prodotto. Lo scenario include anche dati in merito ai progetti di innovazione e sviluppo, al territorio, all’integrazione, ai risvolti occupazionali e sociali, oltre ad un’analisi sulle esternalità positive che la frutticoltura contribuisce a generare. Tra i risultati illustrati e ottenuti i questi anni, spiccano il trend di riduzione dell’impiego di fitofarmaci, che passano da quasi 5,2 grammi/mq nel 2012 a poco meno di 3,0 grammi/mq nel 2021 (-42% sul 2012), con un significativo abbassamento dell’utilizzo di insetticidi (-60%) e degli erbicidi (-55%) e un aumento significativo delle api, +20%.
Anche Melinda sta ultimando la sua prima edizione del Bilancio di Sostenibilità. Così Paolo Gerevini: “Il bilancio di Melinda si rivolge direttamente al consumatore, il nostro primo alleato, attraverso il racconto trasparente dei tanti progetti sviluppati in questi anni, dando enfasi ad alcune particolarità del percorso di sostenibilità che caratterizzano il Consorzio e la Valle di Non. Tra i progetti sviluppati, non posso non citare il nostro sito ipogeo, unico al mondo per la conservazione delle mele. È il perfetto mix tra tecnologia e innovazione sostenibile, puntiamo a farne uno dei poli più attrattivi del nostro territorio, ad esso abbiamo dedicato infatti un nuovo storytelling, ben illustrato nel nostro ultimo spot Tv. Vogliamo manifestare i nostri valori, ecco il nostro storytelling: rispettiamo il nostro territorio, vogliamo esprimere qualità, unicità e innovazione”.
Giulia Zanotelli ha sottolineato l’importanza del rapporto tra ambiente ed economia, che solo apparentemente sembra essere divergente, ma che piuttosto può essere un volano potente di crescita. L’assessore Failoni ha mostrato con alcuni esempi quanto sia grande la possibilità di crescita turistica di un territorio dove i prodotti stessi possono raccontare la tradizione, aggiungendo: “Esiste uno straordinario legame tra turismo e agricoltura; abbiamo la fortuna di poter contare su un marketing turistico strutturato. Abbiamo già fatto passi molto importanti, sotto l’aspetto della comunicazione; negli ultimi anni siamo riusciti ad attrarre sempre più turisti, ma tanto vogliamo fare ancora”.
Comunicare la sostenibilità
La seconda parte della serata è stata riservata al dibattito Comunicare la Sostenibilità. Riccardo Felicetti, Ceo di Pastificio Felicetti Spa, ha raccontato la propria storia famigliare: 5 generazioni che si sono susseguite attorno al pastificio, attraverso il corso della storia, complessa e dura in alcuni anni, ma che hanno saputo far crescere un’azienda che ancora oggi è una delle realtà più importanti del made in Italy nel mondo.
Francesca Nonino, responsabile comunicazione web Nonino Distillatori, ha raccontato in pochi minuti i successi nei 126 anni della sua famiglia, di cui lei rappresenta la sesta generazione di “innamorati pazzi della grappa”, come ha definito lei stessa. Una famiglia che attraverso l’innovazione e la comunicazione mantiene un presidio ad oggi imbattuto: “Oggi la comunicazione è orizzontale, consumatore e azienda sono sullo stesso livello, questo vuol dire che devi riuscire a comunicare a molte più persone, attraverso la semplificazione”.
Maurizio Rossini, Ceo di Trentino Marketing, ha sottolineato quanto sia in atto un cambiamento epocale, “dove sarà importante ritrovare un nuovo equilibrio, una rinata responsabilità. Iniziare un nuovo storytelling è possibile, raccontando prodotti buoni, buone esperienze. Il nostro racconto dovrà far percepire il valore del lavoro della nostra comunità operosa”.
Roberto Della Casa, Ceo di Agroter, ha posto l’accento sul quanto oggi sia necessario concentrarsi meno sul business, ma più sul racconto. In chiusura, Michele Lanzinger, direttore del Muse, Museo delle Scienze di Trento, citando vari autori, ha posto l’accento sul dialogo possibile con la natura e l’ambiente, dove la cultura diventa la narrazione stessa espressa dalla comunità, mezzo necessario per concorrere allo sviluppo del patrimonio e del paesaggio.