08 luglio 2020

Covid, “nessuna speculazione sui prezzi, ma troppi mercati”

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Il Covid non è stato neutrale per l’ortofrutta e il mondo del mercato all’ingrosso vuole fare chiarezza sul tema e diradare le nubi – la speculazione sui prezzi, per esempio – attraverso l’analisi scientifica. Alcuni risultati sono stati presentati ieri nel focus digitale: ”L'impatto del Covid su prezzi e mercato nella filiera ortofrutticola”. Hanno partecipato Riccardo Cuomo, dirigente Borsa Merci Telematica; Raffaele Borriello, direttore generale Ismea; PaoloBruni, presidente Cso Italy; Claudio Gradara, presidente Federdistribuzione; Fabio Massimo Pallottini, presidente Italmercati.

Lime, arance, albicocche: tre prodotti per raccontare i primi mesi ortofrutticoli del 2020

Il lime, le arance tarocco e le albicocche. Il primo ha perso completamente il suo mercato, le seconde hanno avuto un buon riscontro di prezzo a causa della forte richiesta di prodotti a base di vitamina C  e le terze hanno subito una profonda crisi per le gelate. La pandemia ha danneggiato prodotti e operatori, altri ne hanno beneficiato e c'è chi ha subito conseguenze negative, ma che non hanno niente a che fare con il virus. Questa l’estrema sintesi di un dibattito dove – oltre a scattare la fotografia del fenomeno – si sono disegnati gli scenari futuri. 

Borriello: “Aumentare l'export, ma in tutto il mondo si fanno i conti con la crisi da Covid”

Nelle settimane più drammatiche dell’emergenza il settore ha reagito bene e assicurato il rifornimento ai cittadini: “Noi ci siamo attivati subito, sia sul fronte dell’analisi con un report su tutte le filiere per valutarne l’impatto –  spiega Raffaele Borriello, direttore generale Ismea – sia attraverso gli strumenti finanziari necessari per assicurare la liquidità alle imprese. Il sistema frutticolo era già in difficoltà, pensiamo ai danni provocati dalla cimice asiatica”.
Non è andato tutto bene: “Abbiamo una riduzione del 40% dei consumi extra domestici che valgono  86 miliardi di euro, compensati solo in parte da quelli in casa – questa l’analisi del rappresentante di Ismea -.  Ci sarà una perdita di 24 miliardi, pensiamo solamente a quanto incide la chiusura delle mense”.
Borriello vede anche un pezzo di arcobaleno: “Il post pandemia può diventare la leva del rilancio grazie alle ingenti risorse pubbliche messe a disposizione del settore”. I problemi? “L’ortofrutta ha subito dei rallentamenti  negli ultimi anni e l’export  è un tema centrale. Ci sono tre criticità: in tutti i Paesi non ci si dimenticherà dello slogan “consumare nazionale”, un volano per le politiche protezionistiche; la sostituzione dei prodotti italiani ad alta qualità con quelli a prezzi minori per la perdita del potere d'acquisto; indebolimento del marchio made in Italy con maggiori operazioni di falsificazione”.

L'annuario dei prezzi aggiornato al lockdown: “Non c'è stata speculazione”

Riccardo Cuomo, dirigente Borsa Merci Telematica, ha presentato un utile strumento d’analisi: l’Annuario dei prezzi.  Una mole imponente di dati – sono 6.342 voci con  informazioni sui prezzi  che si basano su calibro, varietà, categoria e origine del prodotto – che riguardano 24 mercati nazionali che generano settemila prezzi settimanali. Nell’ultima edizione oltre i dati del 2019 si è dato spazio anche a quelli dei primi mesi del 2020. Un esercizio di comparazione necessario per dimostrare che spesso i prezzi sono aumentati non per manovre speculative ma per emergenze climatiche o ad altri eventi: “Nel caso delle mele ha influito il costo della lavorazione e del trasporto, il prezzo dei cavolfiori è salito per un vuoto produttivo creato da un anticipo della produzione, il pomodoro ha tenuto un prezzo regolare”.

Bruni: “Più che il Covid  sui prezzi hanno influito le gelate; ha tenuto l'export”

Più che il virus, ha inciso sulla produzione il clima o gli effetti collaterali della pandemia: “Nell’area veronese c’è stato un danno nella raccolta delle fragole per la mancanza di manodopera specializzata rimasta in Romania e Albania  – sostiene Paolo Bruni, presidente Cso Italy -. Ma pensiamo alle gelate primaverili con il forte impatto sulle drupacee: le albicocche con 136mila tonnellate registrano un calo  del 56% rispetto all’anno precedente, dobbiamo andare indietro al 2003 per trovare un dato di questo tipo. Per le pesche nettarine il calo è del 30%, ma in Emilia-Romagna ci sono areali con perdite dell'80%. In questi casi l’aumento del prezzo non è speculativo e non compensa le perdite”.  Questa la fotografia del presidente di Cso Italy,  ma le prospettive? “L’export segnala un più 7% anche nel mese di marzo, ora dobbiamo vedere aprile-maggio, ma non dovrebbe esserci un calo. Va bene, ma è necessario aumentare la quota. Abbiamo poi il problema del congelamento delle fiere, vediamo come va Macfrut digitale”.

Gradara: “Il fatturato finirà in negativo”

Sappiamo con certezza che la distribuzione ha lavorato bene durante il lockdown, ma la crisi economica inizia a farsi sentire come sottolinea Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione: “L’incremento non è stato poi omogeneo perché la restrizione della mobilità ha creato dei disequilibri nelle reti di distribuzione con strutture sottoutilizzate quando facevano riferimento a più Comuni”. Nelle ultime settimane: “Si torna alla normalità, soffre ancora il cash&carry, e si assorbirà il surplus  di  aprile, mentre a fine anno  chiuderemo in negativo.  Vedremo l’impatto degli interventi di politica economica”.

Pallottini: “Aumento del 400% delle richieste di aiuto delle associazioni, c'è da ottimizzare il sistema”

Fabio Massimo Pallottini, presidente Italmercati

In questo scenario di progressivo rallentamento dei consumi  dai mercati all’ingrosso arrivano dati interessanti ma molto preoccupanti: “La nostra rete di 16 mercati registra 8 miliardi di fatturato l'anno, 2.500 aziende operanti e 700 aziende agricole che vendono direttamente  –  descrive il quadro Fabio Massimo Pallottini, presidente Italmercati – e recuperiamo ben novemila tonnellate di prodotto. Ora abbiamo registrato un aumento del 400% della domanda d’aiuto dalle associazioni”.
Tanti italiani non sanno cosa portare a tavola, figuriamoci fare la spesa. Lo scenario è questo e servono interventi: “Abbiamo un numero di grandi mercati come la Francia, ma da noi ce ne sono tanti e troppi  piccoli”.
Serve ottimizzare, questa la ricetta. “Per il futuro vorrei lanciare la proposta a Ismea per la costruzione di un cantiere sulla governance per il settore dei mercati”.  E sul fronte della responsabilità sociale arriva la notizia della collaborazione con la Fao: “La pandemia è partita dal mercato di Wuhan, c’è stato un focolaio al mercato di Pechino e ora noi stiamo scrivendo un manuale con l’organizzazione sui mercati all’ingrosso”.

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