Il 28 febbraio scorso 150 produttori della Op Piemonte Asprofrut si sono incontrati per confrontarsi sull’attuale situazione di crisi del comparto ortofrutticolo.
Il salone assemblee era gremito per discutere, confrontarsi, proporre e valutare strategie che portino a una inversione di tendenza dell’attuale stato di crisi del settore ortofrutticolo martoriato da cambiamenti climatici, guerra, inflazione e conseguente calo dei consumi.
E’ dall’estate scorsa che Asprofrut, al proprio interno e ai tavoli regionali e nazionali, lavora per cambiare una situazione che sta diventando insostenibile per i frutticoltori locali; molte aziende agricole sono in forte difficoltà, alcune hanno già chiuso i battenti ed altre rischiano di seguirle se la situazione non cambia.
“Siamo all’anno zero – ha esordito il presidente Domenico Sacchetto – La frutticoltura così diventa insostenibile; le aziende agricole subiscono tutti gli aumenti e le problematiche di qualsiasi tipo dalla scarsa presenza di manodopera, all’inflazione, all’aumento dei costi di produzione, al calo dei consumi, alle crisi climatiche e di mercato con dazi, embarghi e, non ultimi, prezzi liquidati al di sotto dei costi di produzione”.
Asprofrut si è fatta più volte promotrice, insieme ad altre strutture cooperative piemontesi e Organizzazioni agricole professionali nonché attraverso il Tavolo della Frutta del Monviso, di proposte presentate alla politica locale quale la sospensione della fiscalizzazione dei contributi dei lavoratori come accaduto durante la recente pandemia in molti settori agricoli e non, escluso – chissà perché – quello ortofrutticolo e poi è stata richiesta la moratoria sui mutui delle aziende agricole vista la crisi di liquidità aggravata anche dal mancato pagamento (o parziale) degli aiuti nazionali sulle polizze grandine. Inoltre, il settore ha estremamente bisogno che vengano stipulati nuovi accordi bilaterali con altri Paesi per la diffusione del made in Italy nel mondo che ha subito un forte calo causato dalle tensioni sociali in diversi Paesi e dalla guerra russo-ucraina.
Ancora, nonostante Asprofrut, e con lei tutto il settore ortofrutticolo piemontese, sia da sempre in prima linea nella difesa della salute dei consumatori, dei lavoratori e dell’ambiente attraverso investimenti sia nelle aziende agricole che nei magazzini di trasformazione, con il cambiamento climatico in atto c’è bisogno di avere maggior attenzione da parte delle Istituzioni locali per
preservare i raccolti e con essi un territorio tra i più salubri in Europa.
In ultimo, l’agricoltura italiana deve confrontarsi con competitor europei e internazionali che hanno costi di produzione più bassi anche del 30-40%. Questo consente loro di marginare sui mercati internazionali mentre i produttori piemontesi e italiani si trovano fortemente penalizzati. Si auspica che qualcosa possa cambiare con la nuova normativa sulle pratiche sleali quando Ismea avrà concluso la determinazione dei costi di produzione in campagna e in magazzino, sotto i quali le quotazioni
non potranno scendere.
Fonte: Asprofrut