04 luglio 2023

Dai mercati: meloni e angurie alle stelle

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Un estate rovente per le quotazioni della frutta nei mercati all’ingrosso: meloni e angurie alle stelle. C’è poco prodotto e con prezzo sostenuto per ciliegie e pesche. Più abbondanti e meno costose  le albicocche. Ancora care e con problemi di approvvigionamento cipolle e patate. Minori tensioni sul fronte ortaggi, le zucchine si comprano a pochi cent, anche se restano sostenuti  i prezzi dei finocchi, quotazioni alte per i pomodori ad accezione del grappolo. Poca richiesta per le uve  siciliane e pugliesi. Giorni difficile come sintetizza Luca Feroldi dal mercato di Brescia: “Settimana faticosa quella appena trascorsa. Abbiamo visto angurie sfiorare i 2 euro il chilo e meloni i 5.  All’ingrosso”.

A Padova caro meloni e angurie che si comprano ancora da Marocco e Caraibi

Al mercato di Padova la fotografia degli scambi di mercato è offerta a myfruit.it da Roberto Boscolo, presidente di Fedagro Padova, che parla di “estate  molto complicata da tutte le crisi e complicata dai prezzi alti  su verdure ma soprattutto sulla frutta  dove c’è carenza di qualità. Siamo sulle montagne russe, tenere la barra dritta con i problemi alla produzione è arduo”.

Iniziamo da meloni e angurie dove si registra ” difficoltà di approvvigionamento e  la qualità è medio bassa.  Finora  abbiamo venduto ma c’è scontento di  tutti coloro che comprano. I meloni si vendono a 2,50/3 euro  il kg ma oltre il prodotto italiano, in particolare da Mantova e Ferrara,  si compra ancora dai Caraibi e ci sono stati giorni dove il prezzo era equivalente con la merce nazionale. Le angurie quotano 0,80/090,  fino a punte  di 1,50 euro per il prodotto extra. Prodotto da  Lombardia, da  Ferrara ma si compra ancora  da Fondi, Puglia  perché manca prodotto e persiste la merce da  Marocco e Grecia. Mai successo prima”.

Ciliegie poche, a prezzo elevato e presto s’inizierà con la Turchia

Le Ciliegie nei mercati  nazionali vedono il prodotto trentino ma anche veneto quotare anche 10 euro il kg, poi a seconda del calibro si scende sotto i 5 euro e c’è anche prodotto spagnolo e greco. “A Padova c’è merce locale, ma ci sposteremo presto sulla filiera d’importazione con Spagna  e Turchia“. Capitolo pesche: “Finora c’era prodotto dalla Puglia ma ha subito tanta pioggia quindi aveva poca durata. In questo momento c’è  prodotto locale e da Ferrara e Romagna. Le pesche con calibro 18/20  quotano 2/2,50 euro.  Tante le varietà delle albicocche e c’è disponibilità di prodotto, ma non è tanto dolce. Si  parte da 1,50/180  euro a salire”.

Caro cipolle e patate che arrivano a 90 cent

Sugli ortaggi la situazione è differenziata. “I finocchi restano cari ma non sono le quotazioni stratosferiche di poco tempo fa mentre le  zucchine   quotano 0,50 /0,60  euro il kg, melanzane a 1/1,20 e i peperoni sui 2 euro”. Capitolo pomodori: “Un buon prezzo medio per il Pixel di Fondi a 2,80/3 euro il kg, più alti  ciliegino e datterino, il Grappolo è  crollato con la merce olandese a  0,80/1 euro”.  Emergenza cipolla: “Quella bianca sembra sparita, arriva da  India e Turchia. Incredibile una situazione così a luglio. Poco prodotto anche per le patate a  0,80/0,90 euro ovvero quotazione mai viste in questo periodo, prima ci siamo spostati sulle patate olandesi ma la campagna è finita un  mese prima. C’è proprio un vuoto di produzione“. E ai vertici del mercato arriva il nuovo presidente Mario Liccardo, prende il posto di Mario Saia.  Cambio ricco di polemiche. “Auguriamo buon lavoro al nuovo presidente e Cda, lavoreremo insieme per risolvere i problemi”.

I prezzi di Vittoria, meno scambi rispetto all’anno scorso

Vediamo la situazione nel mercato alla produzione di Vittoria dove le dinamiche vengono ricostruite per myfruit.it da Giuseppe Zarba, presidente Acov/Fedagro: “Mercato in rialzo per Piccadilly, Pixel e Datterino, stabile ma  cedente per Ciliegino e Grappolo. La situazione per melenzane e peperoni è particolare in quanto c’è pochissimo prodotto di qualità e questo fa registrare un’impennata di prezzo sul prodotto buono e  delle rimanenze per il prodotto di fine raccolto, stabili gli altri articoli. Le quantità commercializzate sono in questo momento inferiori rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti”.

Vediamo le quotazioni: “Peperoni rossi da 0,60 -1,10 euro e gialli 0,60 -1,10.  Pomodoro rosso Grappolo da 0,50 – 1 euro, poi ovetto verde (0,60/0,90 euro), Ciliegino (1,60/ 2,20),  Datterino (1,50/2 euro), Piccadilly  (1,40/ 2 euro), Pixel (1,80/ 2,10). Melanzane viola  (0,50 a 1,20), tonde (0,40/ 0,70), zucchine (0,20 /0,60) infine meloni varietà gialletto fino a 1,30 euro”.

Tendenza quinoa e frutta disidratata

Con l’estate rallenta la vendita della frutta secca, ma con la sempre maggiore tendenza delle diete la domanda resiste. “Rallentiamo per questioni di clima e disponibilità di prodotto, ma registriamo una sempre maggiore richiesta di cerealini come farro, orzo, quinoa che arricchiscono le insalate di riso e di  pasta”. Insomma ideali per piatti estivi, ma “bisogna stare attenti alla conservazione in questo periodo”. Sono le avvertenze di Marco Zaniboni, operatore dell’azienda Laffi Giorgio al Caab di Bologna, specializzato in quel sempre più vasto mondo della frutta secca.

Marco Zaniboni

“Rallentano i legumi secchi, va bene la frutta sciroppata e in particolare le pesche rispetto a albicocche e ananas. Su questo settore si è tornati alla normalità dopo le complicazioni dovute al periodo in cui non si trovava o era molto caro il vetro e anche i tappi per i barattoli”.  Il periodo estivo è positivo anche per la frutta disidratata: “La comprano molto turisti, in particolare esteri,  nei negozietti  del centro.  Apprezzano soprattutto il ginger, ma oggi c’è tutto e si vende bene alle gelaterie come surrogato della frutta fresca. Abbiamo melone, ananas, melone ma anche fragole, ciliegie e kiwi“.

Noci a buon prezzo, nocciole dall’Oregon

Nel settore  più tradizionale spuntano dei buoni prezzi le noci: “Arrivano dal Sud America e compriamo bene il prodotto di ottima qualità. Vendiamo  dai 3,50 ai 4,50 euro il kg, non era mai successo e non si tratta di scarto – spiega Zaniboni -. Le nocciole sempre Oregon  dagli Usa con  2/3 varietà belle grosse,  costano meno del prodotto nazionale che arriva poco sul mercato. Si tratta di una  vendita di nicchia  soprattutto in collina e montagna dove anche ora si preparano dolci tradizionali. Il prezzo è sui 5,70/5.80 euro, dagli Usa arrivano anche  i pistacchi. In particolare dalla California, dall’ Iran  poco o niente a causa delle sanzioni e problemi di qualità, non c’è prodotto greco o italiano. Si vendono poco in questo periodo le arachidi  e c’è invece buona richiesta per gli anacardi  che si stanno ritagliando  il loro spazio. Arrivano quasi tutti dal Vietnam che lavorano anche quelli del Malawi. Il prodotto di pezzatura media si vende sui 10/11 euro”. Infine le mandorle: “Si vendono quelle sgusciate, il prodotto  con il guscio  si sta perdendo. Fino a due anni fa andava quella pelata ora si preferisce quella con la “buccia”. Abbiamo prodotto soprattutto statunitense, con una quotazione sui 10 euro il kg ma c’è anche da 6/7 euro.

Dalla Puglia i fichi, l’uva siciliana sui 3 euro

Stabile l‘uva siciliana. In Sicilia nel mercato di produzione di Vittoria come ci informa il grossista Giuseppe Zarba: “L’uva bianca può quotare fino a 2 euro e quella nera si ferma a 1,80 euro il kg”. Vediamo negli altri mercati. La Black Magic in media supera i 2 euro per arrivare fino ai 3. Nel dettaglio: Napoli (2,40), Verona (2,40), Torino (2,50), Bologna (3 euro), Firenze (3). La bianca Vittoria nelle diverse piazze: Treviso (3,50), Cesena (4,50), Verona (2,30), Rimini (3,80), Torino (2,50). A Padova Roberto Boscolo sottolinea: “C’è poca richiesta, non è esaltante il color verde. C’è poca Red Globe e  Black Magic ma deve ancora partire il consumo”.

I fichi sono pugliesi e presentano delle buone quotazioni. I fioroni neri dai 2 ai 4 euro il kg, sempre fioroni ma verdi e ancora dalla Puglia con quotazioni in ribasso dai 2,50 ai 4 euro il chilo.

Trentino domina con fragole e mele

Nelle fragole domina il Trentino con quotazioni sostenute. Vediamo nei singoli mercati: (Padova 5,50 euro il kg), Bologna ( 6 euro) in calo a Verona (4,80 euro), Roma (6 euro) Napoli (4,70), Torino (4,80) a Firenze c’è prodotto toscano a 5,80 euro il kg. Ancora il Trentino in prima fila con le mele che in questo finale presentano dei prezzi sostenuti. La varietà Fuji con Marlene e Melinda da 1,50 a 2 euro il chilo. La Stark della Marlene Igp quota da 1,40 a 1,70 euro il kg. La Pink Lady è sui 2 euro. La Golden della Val di Non Dop per il calibro 75/80 quota 1,50/1,70 il kg. Sulle pere si va all’estero con le cilene Abate dai 2 ai 2,80 euro il kg. Sempre dal Cile la varietà Coscia con ampia forbice: dai 2 ai 3 euro in media.

Tempo di arance egiziane e limoni argentini

Non mancano le arance nei mercati all’ingrosso. Per la varietà Valencia domina l’origine egiziana con prezzi intorno all’euro. C’è poi la Navel Late dal Sudafrica  che spunta quotazioni più alte e fino a 1,50 euro il kg.  Sui limoni il primo fiore resiste in pochi mercati con origine siciliana e spagnola con le quotazioni  medie della campagna ovvero da 1,20 a 1,40 euro il kg. E’ tempo della varietà Eureka argentina che in media quota 1,40/1,50 euro il chilo.  Lo sfusato presente in alcune piazze  con il prodotto Costa D’Amalfi Igp può superare i 2,50 euro il kg. Infine il Verna spagnolo a 1,40/150 euro il chilo. Il pomplemo è soprattutto sudafricano  e quota in media 1,40 euro il chilo.

Kiwi da Cile e Nuova Zelanda

La varietà Gold è presente nel mercato di Cagliari con prodotto Nuova Zelanda sui 6 euro il kg con le pezzature 120/130 e 110/120 grammi soprattutto a marchio Zespri. Per il verde Hayward si ha la provenienza anche cilena. Queste le quotazioni Bergamo (Cile 3,10/3,50 euro con 110/110 e 120/130 grammi; Nuova Zelanda Zespri 3,80); Bologna (120/130 grammi Cile 3 e Nuova Zelanda 3,60), Firenze (120/130 grammi Nuova Zelanda 4,20, Cile 3,30 euro).

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