Le normative europee contro i cambiamenti climatici prevedono una serie di obiettivi volti a ridurre le emissioni di gas serra prodotte durante l’intero ciclo di vita dei prodotti e a favorire la transizione verso un modello di economia circolare che permetta di utilizzare in maniera più efficiente e sostenibile le risorse e di cambiare radicalmente le modalità in cui si producono, distribuiscono e consumano i prodotti.
In questo percorso di transizione, i dati sono una risorsa fondamentale: per ogni ciclo di vita di un prodotto, ci sarà un ciclo di dati collegato all’imballaggio, alla provenienza delle materie prime, alle condizioni di produzione, all’identificazione delle sostanze chimiche, ecc.
Da questa premessa sono partiti i ricercatori dell'Istituto di management della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa che, con il supporto di GS1, hanno realizzato lo studio Stato dell’arte dell’economia circolare nelle aziende del largo consumo.
I retailer coinvolti
I retailer coinvolti sono Bennet, Conad, Decathlon, Despar Italia, D.it – Distribuzione Italiana, Esselunga, Metro e Realco i quali hanno dapprima adottato Circol-Up, lo strumento messo a punto da GS1 Italy per misurare le performance di circolarità, sia complessiva, sia relativa, a ogni fase del ciclo di vita dei prodotti.
In seguito hanno sottoposto i risultati ottenuti ai ricercatori, per partecipare alla ricerca e condividere risultati, stimoli e informazioni con la business community.
Che cos'è Circol-Up
Circol-Up rappresenta un tool operativo in grado di aiutare le aziende a misurare il proprio livello di circolarità e a implementare nel proprio core business modelli economici circolari. Si tratta di una sorta di check-list di circa 50-60 domande, di natura qualitativa/semiquantitativa, capace di identificare il potenziale di circolarità dei processi.
I risultati
I risultati mostrano che il retail ottiene una performance media di circolarità del 45%, il che lo colloca poco al di sotto del 53% di media complessiva dei tre settori analizzati dallo studio (oltre a retail, anche food & beverage e home & personal care, ndr), per effetto del marcato gap tra i retailer. Metà del campione si posiziona infatti nella fascia definita concerned e l’altra metà nella fascia superiore, quella delle aziende proactivist.
Anche se molti retailer hanno già avviato percorsi e soluzioni verso una maggiore circolarità, la variabilità tra le performance è molto elevata: il 25% delle catene della distribuzione si posiziona tra il 25% e il 34% di performance di circolarità, mentre un altro 25% si colloca sopra il 55% e arriva anche al 70%, ossia prossimo alla fascia delle aziende più virtuose, quelle pienamente circular.
Esselunga e la gestione dei rifiuti
Entrando nel merito dei risultati, Esselunga si fa notare nella gestione dei rifiuti sia nei punti di vendita, sia nei Ce.Di (Centri di distribuzione).
I tre centri logistici dell'insegna sono infatti riconosciuti come centri di recupero dei rifiuti con autorizzazione R13, con un’evidente ottimizzazione dei flussi di riciclo, e nel Ce.Di. di Biandrate (Novara) viene trattato anche il polistirolo. In tutti i punti di vendita Esselunga è inoltre stata attivata l’iniziativa bottle to bottle per la raccolta, da parte del consumatore, di bottiglie in Pet con il fine di inviarle a riciclo.
Conad e la logistica
Conad invece emerge per la logistica. Nel 2019 l'insegna ha infatti deciso di costituire una società controllata, Conad Logistics, con lo scopo di centralizzare e ottimizzare i processi di approvvigionamento dei prodotti dai propri fornitori. Tramite la società controllata Conad ha trasformato alcuni contratti in essere da franco arrivo a franco fabbrica, arrivando a prelevare i prodotti direttamente dai fornitori e consegnandoli in proprio ai Ce.Di.
Questa riorganizzazione interna ha consentito di migliorare diversi processi legati alla logistica in entrata, sia da un punto di vista organizzativo-economico, sia ambientale. Possedere veicoli di proprietà garantisce un maggior controllo e ciò ha supportato l’utilizzo di carburanti alternativi come il Gnl e soprattutto bio-Gnl; ha favorito un maggior utilizzo dell’opzione dell’intermodalità, tramite via nave e in particolar modo via treno; ha accelerato l’ottimizzazione dei moduli di carico tramite una ridisegnazione della pallettizzazione, da cui è derivato un aumento della saturazione degli automezzi; ha rafforzato l’uso di un sistema di pallet pooling.
Bennet e la comunicazione
Bennet ha puntato sulla comunicazione e ha avviato una campagna in collaborazione con Lisa Casali, scienziata ambientale, blogger e scrittrice. L’iniziativa è diretta principalmente ai consumatori e ha lo scopo di accrescere il grado di conoscenza in merito alle attività sviluppate dall’azienda per ridurre il proprio impatto ambientale e sociale, ma anche di sensibilizzare i consumatori relativamente alle tematiche della sostenibilità e dell’economia circolare.