I consumatori europei vogliono sapere di più. Secondo una ricerca condotta da Ipsos su scala europea, chi compra desidera trovare informazioni chiare circa l’impatto ambientale dei prodotti alimentari, le indicazioni sulle qualità nutrizionali degli alimenti non sono più sufficienti.
Il campione
La ricerca è stata condotta tra il 23 agosto e il 5 settembre 2023. Hanno preso parte all’indagine 9.787 consumatori con un’età pari o superiore ai 18 anni. Il campione è stato ponderato in modo da essere equamente rappresentativo dei 18 Paesi europei ed extra europei (Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Paesi, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera, Turchia,e UK) in termini di età e genere.
I numeri
Entrando nel dettaglio dei numeri, secondo la ricerca, il 67% del campione è favorevole a un’etichetta che dia informazioni sull’impatto ambientale degli alimenti: solo il 13% degli intervistati non ha alcun interesse a trovare indicazioni green sulle confezioni.
Tra i 18 Paesi esaminati, Italia, Spagna e Polonia sono quelli che hanno registrato i più alti livelli di sostegno per l’etichetta ecologica: rispettivamente l’81, il 79 e il 78 per cento dei consumatori ha affermato che la utilizzerebbe. I cechi sono invece i meno favorevoli (al 45% del campione ceco non interessa). In Turchia, infine, il 40% dei consumatori ha dichiarato che sarebbe molto propenso a utilizzarla.
Sempre secondo Ipsos, i cittadini europei desiderano maggiori informazioni sulla riciclabilità delle confezioni, sull’impiego di sostanze chimiche e fertilizzanti durante il ciclo di produzione e sul benessere degli animali.
Il 63% del campione ritiene poi che le aziende dichiarino una sostenibilità che agli atti pratici non esiste: in generale sono più scettiche le donne degli uomini. La sfiducia nei confronti delle dichiarazioni ecologiche delle aziende è decisamente forte nei Paesi Bassi (73%), in Germania (69%) e Irlanda (69%).
Il 33% del campione pensa che le istituzioni siano trasparenti sulla regolamentazione delle etichette che diano informazioni circa la sostenibilità: i Paesi con meno propensione a dare fiducia ai propri governi sono Repubblica Ceca, Portogallo e Romania.
Informazioni green, che confusione
Per superare il clima di sfiducia, occorrerebbe risolvere almeno un problema, ossia quello del numero eccessivo di loghi e claim ecologici: i primi sono più di 450, dei secondi non si riesce a tenere il conto. Ecco perché la Commissione europea sta pensando, da un lato di vietare nuovi sistemi di etichettatura che non siano sviluppati a livello Ue, dall’altro di introdurre l’obbligo di una impronta ambientale del prodotto che ne descriva tutto il ciclo di vita.
Un’etichetta unica, indipendente e verificata, che fornisca informazioni trasparenti e sintetiche, sembra essere la migliore soluzione possibile per soddisfare la fame di informazione dei consumatori.