Alla vigilia, erano molto buone le premesse per la campagna 2022/23 per la Farina di Neccio della Garfagnana Dop, una vera e propria eccellenza del made in Italy, utilizzata in diverse ricette della cucina tradizionale. Tuttavia, proprio l’abbondanza di materia prima ha creato difficoltà.
A fare il punto della situazione è Stefano Bresciani, presidente dell’associazione Castanicoltori della Garfagnana e titolare dell’azienda agrituristica La Betulla di Molazzana (Lucca), che spiega: “Il raccolto di castagne è stato molto abbondante, non solo nella nostra zona ma in tutta Italia. Questo fattore ci ha costretto a mantenere invariati, rispetto al passato, i prezzi per la nostra farina, ovvero dai 9 agli 11 euro all’ingrosso e dai 13 ai 14 euro al dettaglio. Tutto ciò, nonostante i costi di produzione siano nettamente aumentati. Del resto – prosegue Bresciani – non si poteva fare diversamente. Per una vendita del prodotto fresco, il mercato era saturo. Siamo arrivati a livelli in cui un chilo di castagne fresche era quotato anche a 20 centesimi il chilo”.
Ovviamente, in un simile contesto, non è mancata anche una forte concorrenza. “Visti i listini molto bassi – continua Bresciani – anche da altre zone produttive, hanno cominciato a fare trasformazione in modo massiccio. Pure dal Cuneese, dal Viterbese e dalla Campania, c’è stata quindi una massiccia produzione di farina di castagne. Il risultato è stata una saturazione del mercato. In ogni caso, fino alla metà di marzo continueremo comunque a commercializzare il nostro prodotto”.
A livello produttivo, intanto, l’attenzione dei castanicoltori rimane alta per quanto riguarda le nuove insidie. “Il cinipide – conferma Bresciani – nelle nostre zone è ormai un problema superato, perché è stato raggiunto un buon equilibrio con il suo antagonista naturale. Tuttavia, oggi preoccupano alcune muffe, contro le quali attualmente non ci sono rimedi efficaci. I frutti che ne sono affetti diventano come di calcina, quindi assolutamente immangiabili. Per ora, sappiamo soltanto che simili problemi capitano più spesso in situazioni come quella dello scorso anno, ovvero con un’estate particolarmente calda”.