16 marzo 2015

Food made in Italy a due facce

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Da una parte Coldiretti, che nel suo ultimo studio mostra uno scenario critico per quanto riguarda i consumi in Italia di alcuni degli alimenti cardine della cosiddetta dieta mediterranea. Dall’altro Federalimentare, la Federazione di Confindustria che riunisce le Associazioni del comparto produttivo alimentare italiano, che invece dipinge l’industria agroalimentare italiana come “modello globale di produzione e consumo sostenibile” nonché il grande successo del food made in Italy in tutto il mondo.

I consumi di pane, olio, vino e, naturalmente frutta e verdura, dal 2008 hanno tutti  segno negativo nel nostro paese. Da quando è iniziata la crisi, secondo l’organizzazione italiana degli imprenditori agricoli, gli acquisti di olio di oliva sono calati del 25%, quelli del vino del 19%. Non è mai stato neanche così basso il consumo di pane, tanto che lo scorso anno si è toccato il minimo storico con con 90 grammi a persona al giorno. Ovviamente anche frutta e verdura fanno la loro parte: secondo Coldiretti -7% dal 2008 a oggi, anche se in realtà, per quest’ultimo fondamentale genere alimentare la parabola discendente è in atto già dal 2000, con un calo che arriva sino al 18% (vedi recente studio Nomisma).

Scenario decisamente migliore, invece, se varchiamo i confini del nostro Paese, dove il food made in Italy sembra continuare a vivere un periodo di grande notorietà: “su circa 1,2 miliardi di persone che ogni anno comprano worldwide un prodotto o una bevanda made in Italy, ben 720 milioni sono consumatori non episodici e già fidelizzati”. Il merito? “Dell’industria alimentare italiana e della nostra continua ricerca dell’innovazione e della qualità”. Queste, invece, le parole di Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, intervenuto alla presentazione di “Fab Food. La fabbrica del gusto italiano”, la mostra dedicata all’alimentazione industriale sostenibile curata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, che Confindustria ospiterà anche durante i giorni di Expo 2015 nel Padiglione Italia. Il sistema alimentare alimentare italiano, secondo Federalimentare “si pone su scala globale come modello di produzione e consumo sostenibili, in grado di fronteggiare il crescente fabbisogno della popolazione mondiale nel rispetto dell’ambiente e delle comunità”.

Due scenari alquanto differenti, ma che ben fotografano lo stato di salute completamente differente del food italiano se guardiamo all'interno dei nostri confini e all'estero. In Italia tra crisi economica e cambiamento degli stili alimentari, i consumi di alimenti basilari e classici della nostra dieta quotidiana continuano a calare. All'estero, invece, tutto ciò che è food made in Italy sembra continuare a vivere un momento decisamente felice.

Ceramente, però, alcune considerazioni da parte delle due organizzazioni stridono se messe una a fianco dell'altra. Come quelle, per esempio, riguardanti l'alimentazione dei bambini e dei giovani. Secondo Federalimentare l’industria agroalimentare italiana, tra i tanti pregi, ha anche quello di promuovere “l’educazione alimentare, a scuola e in famiglia”. Coldiretti, invece, sottolinea come in Italia quasi un terzo (30,8%) dei bambini siano obesi o in sovrappeso. Qualcosa, evidentemente, non funziona.

Fonte news: Coldiretti, Federalimentare. Fonte foto: www.greenstyle.it

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