Dall'1 al 5 maggio, in modalità digitale, la comunità scientifica di tutto il mondo si riunisce nel Simposio internazionale della fragola (myfruit.it sarà media partner, ndr) per parlare di nuove sfide. A orchestrare l'incontro, dopo 33 anni, l'Italia. La quale, dopo essersi contesa l'organizzazione dell'evento con il Belgio, sta lavorando affinché l'edizione, nonostante le limitazioni imposte dal periodo, resti negli annali. In regia il Crea e l'Università politecnica delle Marche: “L'evento è stato posticipato di un anno per via della situazione contingente – ha spiegato oggi Bruno Mezzetti, docente dell'Università politecnica delle Marche – Rispetto alle edizioni trascorse abbiamo un plus. Complice il lockdown, sono già stati pubblicati gli atti”.
“Dalla prima edizione di Cesena del 1988 il Simposio si tiene con cadenza quadriennale in una sede diversa – ha ricordato Carlo Gaudio, presidente del Crea – E' un vanto, per l'Italia della ricerca e della produzione, averlo riportato in Italia. Si tratta di un'occasione per conoscere la fragola italiana dal nord al sud e per divulgare il nostro sapere. Ci presentiamo al Simposio con tutte le carte in regola”.
Italia – Belgio: uno a zero
Correva l'anno 2016 quando, in Canada, si disputava la finale Italia – Belgio. Non una competizione calcistica, ma un testa a testa per conquistare il ruolo di organizzatore del Simposio internazionale sulla fragola 2020: “Fu un gioco di squadra – ha rammentato Mezzetti – L'Italia ha vinto perché, oltre alla tecnologia molto avanzata di cui dispone per la produzione di fragole, vanta un areale produttivo molto vasto. Il che ci permette, grazie anche all'innovazione varietale che contempla cultivar con basso fabbisogno di freddo, di produrre fragole tutto l'anno“.
“Non a caso – ha aggiunto Mezzetti – abbiamo scelto come logo dell'iniziativa un numero, 0-65. Dove lo zero e il 65 stanno a indicare le diverse latitudini in cui oggi, grazie alla ricerca soprattutto in ambito breeding, si possono coltivare le fragole. Dall'Equatore ai Poli, grazie a tecniche colturali diverse e specifiche varietà, l'areale produttivo mondiale si è esteso notevolmente”.
Di che cosa si parlerà al Simposio
Dalla genetica alla genomica, dalla qualità al breeding, passando per gli aspetti nutrizionali e la percezione del consumatore. Sono questi gli argomenti che, grazie al contributo della comunità scientifica internazionale, verranno affrontati durante l'evento. Scopo del Simposio, fare da punto di incontro tra il mondo accademico-scientifico e quello agro-industriale. Nel merito, saranno 15 le sessioni in plenaria, oltre 30 in parallelo, 120 le presentazioni e 180 poster: “Negli ultimi cinque anni sono 200 le varietà di fragole che sono state iscritte nel registro europeo – ha proseguito Mezzetti – L'attività frenetica di innovazione varietale e le tecniche di coltivazione saranno al centro del dibattito”.
Qualcosa in più di un meeting zoom
“Il Simposio sarà interattivo e metterà a disposizione dei partecipanti tutto il materiale condiviso dalle aziende sponsor – ha precisato Mezzetti – Le visite in presenza in diversi areali produttivi italiani saranno sostituite con giornate tecniche in collegamento con i campi sperimentali. Si parlerà anche di certificazione e sarà comunque programmata la Berry school, un evento virtuale in cui i professori di tutto il mondo presenteranno delle lecture su diversi argomenti di interesse per la fragolicoltura”.
Che cosa si aspettano le aziende
Per le aziende sponsor si tratta di un'occasione per incontrare la comunità scientifica e per dibattere sulle tendenze: “Chiediamo ai ricercatori di avere un occhio di riguardo anche per le tecniche colturali e non solo per il miglioramento – ha detto Gianluca Savini di Sant'Orsola – In particolar modo siamo interessati al fuori suolo”.
A oggi sono quasi 800 le iscrizioni provenienti da tutto il mondo; un contributo importante arriverà dalla Cina, la quale crede sempre di più nel prodotto fragola. Come ha evidenziato Yuntao Zhang, docente presso l'Academy of forestry and fomology science di Beijing – la produzione di fragole cinese si estende su 300mila ettari: “Ogni anno, in una provincia diversa, in Cina accogliamo lo Strawberry festival, un evento che coinvolge la comunità scientifica, il mondo produttivo, le istituzioni e i consumatori. In contemporanea con il simposio internazionale, in Cina, avremo un evento in presenza: saranno collegati dalla sala meeting circa 500 persone”.
“Sono diverse le relazioni di ricercatori scientifici cinesi che abbiamo accolto – ha aggiunto Mezzetti – Un'opportunità di confronto per allargare la visione della produzione delle fragole”.
Il futuro della fragola
“Al Simposio parleremo della fragola che verrà – ha concluso Maurizio Battino della facoltà di medicina dell'Università politecnica delle Marche – La fragola di domani non deve essere solo buona, ma deve fare anche bene. Non tutte le fragole hanno queste virtù, per cui riteniamo che il breeding debba puntare anche sulle caratteristiche che il consumatore non vede“.