Prosegue a livello mondiale il periodo d’oro della frutta secca, un settore all’interno del quale, seppure non manchi qualche criticità, è presente un grande fermento. A ribadirlo è stato il convegno organizzato da Besana e Vitroplant venerdì scorso, durante l’ultima giornata di Macfrut 2015. A questo appuntamento dal titolo “Prospettive e potenzialità delle filiere della frutta secca: materiale vivaistico di qualità per una moderna nocicoltura, pistacchi coltura e mandorlicoltura”, hanno preso parte Gerardo Grilli (Vitroplant), Giuseppe “Pino” Calcagni (presidente di Besana e presidente del comitato scientifico dell’International Nut and Dried Fruit Council-INC), gli agronomi Eugenio Cozzolino, Alessandro Roversi, Antonio Monteforte, Luigi Catalano, nonché Cecilia Contessa ricercatrice dell’Università di Torino e Davide Neri direttore di Entecra (consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
Parlando della situazione del comparto frutta secca a livello mondiale, Pino Calcagni ha evidenziato che, nella stagione 2015/2016, le previsioni di INC per la frutta in guscio parlano di una produzione di 3.680.000 tonnellate (questo quantitativo tiene conto della frutta sgusciata, tranne il pistacchio). Le mandorle rimangono ancora al primo posto nell’ambito della frutta secca, seguite da noci, anacardi, pistacchi e nocciole. Un dato incoraggiante è inoltre che il consumo di frutta secca è cresciuto negli ultimi dieci anni del 53% nel mondo, per un valore complessivo che nel 2014 è stato stimato in oltre 32.000 milioni di dollari, ovvero + 19% rispetto al 2013 e + 135% rispetto al 2003, con un incremento medio in valore del 12% ogni anno. Nella “top five” dei maggiori paesi produttori rientrano Stati Uniti, Turchia, Cina, India e Iran, mentre i primi cinque paesi consumatori di frutta in guscio sono Stati Uniti, Cina, Turchia, Germania e Italia.