21 marzo 2018

Frutta secca, la “ricetta” per diventare centenari

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La frutta secca è un ingrediente fondamentale per vivere sani e più a lungo. Ad assicurarlo sono gli esperti di Aigo, Associazione italiana grastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri che, partendo da recenti studi scientifici sulle abitudini dei centenari, dedica in questi giorni al tema un approfondimento durante il convegno annuale della Fismad (Federazione italiana delle società malattie apparato digerente), in programma da oggi al 24 marzo a Roma.

La notizia è stata ripresa, tra gli altri, dal quotidiano “Repubblica”, dove Gioacchino Leandro, presidente di Aigo, spiega: “Che cosa si mangia è molto importante, ma altrettanto importante è quanto si mangia: uno dei segreti di lunga vita è sintetizzato dal detto giapponese ‘Hara hachi bu', cioè la raccomandazione di alzarsi da tavola quando si è sazi solo all'80%. Tutti gli studi sulle popolazioni dove si concentra il maggior numero di centenari, infatti, mostrano che questi ultimi hanno in comune una restrizione delle calorie assunte, tra le 1.200 e le 1.500 al giorno. E la suddivisione dei macronutrienti è molto simile a quella della nostra dieta mediterranea: 55% di carboidrati, 35% di grassi e 10% di proteine”.

“Il segreto della longevità – commenta il quotidiano – è quindi quello di consumare in abbondanza alimenti vegetali a ogni pasto; prediligere grassi vegetali (olive, noci, mandorle e frutta a guscio); preferire pane e farine integrali; scegliere come fonti di proteine i legumi, le uova, i formaggi e, in misura minore, il pesce. E’ importante, inoltre, che gli alimenti siano poco raffinati e non di origine industriale. La scienza – osservano i gastroenterologi – ultimamente sta prendendo in esame l'attitudine delle persone longeve a una dieta frugale, che prevede la riduzione dell’assunzione di calorie, sempre facendo attenzione a mantenere un’adeguata nutrizione. I primi studi eseguiti sull’uomo a questo proposito mostrano un miglioramento nel diabete di tipo 2, nei disordini cardiovascolari e in alcuni tipi di tumore”.

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