La frutta secca è considerata sempre più una valida alleata sia per la scuola sia per il lavoro. In sostituzione, ovviamente, di alimenti o troppo pesanti o poco salutari. E’ di questi giorni la notizia che il Ministro della Pubblica Istruzione, Beatrice Lorenzin, ha annunciato un’indagine dei Nas per verificare la qualità dei cibi distribuiti nelle mense scolastiche. “L’alimentazione nelle scuole – ha dichiarato il Ministro – è importantissima. Ho mandato i carabinieri a fare controlli a campione nelle scuole italiane, allo scopo di verificare se la qualità dei cibi richiamati nelle diete sia consono con la qualità garantita ai nostri bambini. Il punto sui controlli sarà fatto ogni tre mesi. L’attenzione sull’alimentazione dei bambini è molto alta, dal momento che è a scuola che i bambini imparano a mangiare”.
A promuovere l’indagine ministeriale hanno contribuito numerose segnalazioni giunte al Ministero sulla scarsa qualità del cibo in diverse mense scolastiche. Tanto che, secondo un recente sondaggio di Coldiretti, il 20% degli italiani ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti, e il 42% la ritiene appena sufficiente”. Esistono comunque le eccezioni, come quella del Comune di Pollica, nel salernitano, che nelle scuole del proprio territorio ha avviato un progetto pilota assieme all’azienda di ristorazione Ri.Ca. e in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e dell’Ordine Nazionale dei Biologi. Grazie a tale iniziativa, agli studenti viene proposto un menù particolarmente salutare, che prevede tra l’altro olio extravergine d’oliva, pane integrale, verdure, legumi, pesce azzurro, frutta rossa e, appunto, frutta secca.
Ma la noci, nocciole & co. non sono consigliate solo tra i banchi di scuola. Recentemente, sulle colonne di Repubblica, il prof. Giorgio Calabrese, docente di alimentazione e nutrizione all’Università del Piemonte Orientale, a Torino e a Messina, è intervenuto sul “menù tipo” di un operaio, rilevando tra l’altro: “Una volta in fabbrica gli operai andavano con la “sportina”: dentro c’era il “paninazzo” con la bistecca, la lasagna o la milanese. I cibi molto energetici sono adatti ai lavori di fatica e tante calorie rendono il muscolo pronto. Questo oggi però vale per i minatori, i boscaioli e i cantonieri e non più per la maggior parte degli operai. Ed è giusto che si modifichino anche le loro abitudini alimentari. La fatica non è più tanto fisica, quanto di concentrazione”. Poi, dando indicazioni per chi fa i turni di notte, Calabrese consiglia: “Un caffè, con latticini e cereali a mezzanotte; alle 3 una pre-colazione, con altro latte, magari cacao, frutta secca, nocciole, che sono di facile digestione ma permettono di avere il cervello libero”.