La frutta secca può rappresentare anche un raffinato dessert e sostituire di fatto il classico dolce. Questo, in sintesi, il leit motiv di un servizio dedicato in questi giorni sul Corriere della Sera proprio a mandorle, nocciole & co. “Di recente – riferisce il quotidiano – durante un pranzo a Canale d’Alba, ecco il produttore che propone il vassoietto di frutta secca (la sua), in sostituzione della piccola pasticceria, cioè le classiche friandises….Il tema va dunque approfondito, constatando che l’offerta di frutta secca, o meglio essiccata (disidratata), sia nostrana che esotica, è molto vasta: dall’albicocca, alla pera, ai mirtilli, alle more di gelso bianco; dal mango alla pitaya gialla (frutto tropicale del Sud America), alla papaya, al maqui (bacca del Cile), allo zenzero, al goji (“frutto della longevità”, coltivato nelle valli Himalayane). Tra l’altro, è la base per il Gojito, aperitivo insolito, servito durante un party glamour delle giornate della moda. E se questa frutta viene intinta nel cioccolato liquido? Voilà la “bourguignonne”, in dolce versione. Un altro produttore, sponsor di un evento gastronomico a Milano, ha pensato bene di invitare chef del calibro di Andrea Berton, Antonino Cannavacciuolo, Marco Sacco, a creare piatti che prevedessero la frutta secca tra gli ingredienti principali. Dal fegato grasso, albicocca e sgombro, alla crema di pere in mostarda, noci e gorgonzola. Per inciso, le due aziende italiane leader del settore stanno entrambe in Liguria: la prima a Ponente (Noberasco), la seconda a Levante (Ventura). Insomma, ce n’è abbastanza per consacrare una tendenza in atto. Da osservare, ancora, che la frutta secca è componente fondamentale delle cucine alternative, in particolare la “crudista”, variante della cucina vegetariana/vegana. E’ il trionfo di anacardi, nocciole, mandorle, noci pecan e pinoli. Di più: i nutrizionisti ne esaltano il valore energetico, sottolineando gli effetti benefici anti-colesterolo”.
17 dicembre 2014
Frutta secca, un’idea per il dessert
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