I primi, attesi, segnali di agitazione dell'autotrasporto causati dall’incremento dei prezzi dei carburanti arrivano dalla Sicilia, dove le sigle Fai e l’Aitras hanno annunciato lo stato di agitazione e la possibile proclamazione di un fermo dei servizi.
In pericolo gli agrumi
“Gli autotrasportatori siciliani legati alla filiera ortofrutticola erano già in affanno a causa dell’impennata dei costi energetici che hanno investito il settore della produzione dell’uva Italia, per i quali è stato richiesto lo stato di calamità e le cui conseguenze negative hanno coinvolto l’autotrasporto – si legge in una nota diffusa nelle ultime ore – Ora l’aumento del gasolio di 20-30 centesimi rischia di travolgere la campagna delle arance e delle primizie e di mettere definitivamente in ginocchio l’agricoltura siciliana“.
Gasolio sopra i due euro
Dall’inizio dell’anno il prezzo alla pompa del gasolio è tornato sopra i due euro al litro. A oggi, dopo una serie di rilevazioni, emerge con chiarezza che gli aumenti non sono dovuti a eventuali speculazioni sul prezzo, il quale è aumentato soprattutto per l’eliminazione dello sconto sulle accise. Ma il vero problema, come ha rilevato myfruit.it nei giorni scorsi, sta nella raffinazione, che potrà causare carenza di prodotto e quindi ulteriori aumenti.
Accise sì, accise no
Fino a poche ore fa sembrava che il Governo fosse intenzionato a proseguire con il taglio delle accise. Come unica soluzione alle possibili speculazioni sul prezzo dei carburanti, l'esecutivo della premier Giorgia Meloni aveva proposto l’obbligo di far esporre il prezzo medio ai gestori degli impianti di distribuzione.
I quali, piccati per essere stati additati come causa del problema, avevano risposto con la proclamazione di un fermo nazionale di tre giorni, dalle 19.00 del 24 gennaio alle 7.00 del 27 gennaio 2023 per la precisione.
Sciopero sì, sciopero no
Nelle ultimissime ore una serie di incontri hanno portato a un possibile ripensamento del Governo sul taglio delle accise. In tal caso, fanno sapere le rappresentanze dei benzinai, ne conseguirebbe lo stop dello sciopero delle stazioni di servizio.
“Abbiamo apprezzato il chiarimento avuto con il Governo, che ripristina una verità inequivocabile – si legge in una nota congiunta delle sigle Faib, Fegica, Figisc/Anisa dopo l'incontro con il Governo Meloni – ossia che i gestori non hanno alcuna responsabilità per l'aumento dei prezzi, né per le eventuali speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai le polemiche finiscono qui e si apre un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato”.
Le previsioni per le prossime settimane
Nelle prossime settimane, come myfruit.it ha già riportato, si potrebbe però assistere a una carenza di prodotto dovuta a diverse cause, in primis la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni contro le esportazioni dalla Russia.
Ma è in crescita anche la domanda nell’America settentrionale, che sta aumentando i prezzi anche oltreoceano, spingendo così le multinazionali a dirottare le petroliere verso la sponda opposta dell’Atlantico.