Dovrebbe arrivare entro la metà di ottobre il parere della Commissione Ue sul rinnovo del glifosato, il controverso erbicida la cui autorizzazione, frutto di una proroga, scade il 15 dicembre 2023.
La Commissione Ue sembra favorevole
Secondo le indiscrezioni, la Commissione sarebbe orientata a un abbandono graduale del principio attivo. In sostanza, per ora il glifosato non sarebbe messo al bando e ci sarebbe dunque un rinnovo della proroga, ma è probabile che vengano introdotti nuovi limiti sugli usi della sostanza.
Va precisato che l’orientamento della Commissione è basato sui pareri dell’Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche) e dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), secondo cui il glifosato “non desta preoccupazioni critiche” per la salute e l’ambiente. L’Efsa già nel 2015 aveva dato parere analogo, il che aveva determinato la prima ri-autorizzazione del glifosato, nonostante invece la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) lo avesse classificato come “probabile cancerogeno” (gruppo 2A) per gli esseri umani.
I favorevoli
A essere favorevole all’impiego del gliofsato è la maggior parte degli agricoltori. Agricoltori che ritengono non ci siano alternative valide a una molecola che, non a caso, è la più diffusa nel mondo. E, infatti, nel momento di confronto che si è tenuto lo scorso 30 agosto, molti degli europarlamentari hanno sottolineato l’importanza del glifosato per il settore agricolo e l’attuale assenza di prodotti alternativi sul mercato per poter garantire un’adeguata produzione agroalimentare e non rischiare di aumentare le importazioni dai Paesi terzi.
Favorevoli, naturalmente, anche i colossi dell’agrochimica: lo scorso luglio Bayer ha indetto una petizione rivolta ai membri del parlamento tedesco affinché il governo federale sostenga l’estensione dell’approvazione dell’Ue del glifosato. Lo slogan della raccolta firme sintetizza il messaggio: “Nessun divieto senza alternativa”.
“Poiché non esiste un’alternativa veramente economica ai prodotti fitosanitari contenenti glifosato in molte aree di applicazione – ha spiegato Bayer – un divieto a partire dal 2024 porrebbe problemi a molte aziende. Ciò avrebbe anche un impatto sulla produzione di cibo locale”.
La multinazionale ha chiesto inoltre “una politica non ideologica e basata sull’evidenza per garantire un quadro giuridico chiaro e pianificabilità, prevenire le barriere commerciali e consentire ai prodotti fitosanitari con il principio attivo glifosato di continuare a essere utilizzati correttamente in futuro”.
I contrari
A essere contrarie alla proroga dell’impiego del glifosato sono invece le associazioni ambientaliste, Wwf e Greenpeace in primis. Le quali ritengono che una decisione favorevole al rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato metterebbe a rischio la salute delle persone, con impatti insostenibili sull’ambiente, decretando il fallimento delle Strategie Ue Farm to Fork e biodiversità 2030. Questo perché continuare a utilizzare il diserbante sarebbe in diretto conflitto con l’obiettivo Ue di riduzione del 50% dei pesticidi (62% per l’Italia) previsto dal Regolamento Sur (Sustainable use of pesticides regulation), che sarà votato in plenaria dal Parlamento Ue entro la fine di novembre.