Il glifosato non andrà in pensione, perlomeno non prima del 2033. Con ottime probabilità la Commissione europea concederà infatti il rinnovo dell’autorizzazione all’impiego dell’erbicida entro la metà del prossimo mese, quando cioè scadrà quella attuale rinnovata nel 2017 per cinque anni e poi in seguito prorogata di un ulteriore anno.
La nuova autorizzazione è frutto di un preciso iter, il cui ultimo step ha visto protagonisti i 27 stati membri ieri 16 novembre. Quando, come era prevedibile, non sono riusciti a trovare un accordo condiviso sul destino della molecola.
Il voto di ieri, l’Italia si astiene
Ieri, infatti, in sede di commissione di appello, gli stati Ue sono stati chiamati a votare, senza però riuscire ad arrivare alla cosiddetta maggioranza qualificata. Quest’ultima consiste nel sì o nel no di 15 stati che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Unione europea.
Il mancato accordo tra i Paesi membri è un déjà vu: già un mese fa l’esito del voto era stato il medesimo.
Rispetto all’ultima votazione c’è però una novità: l’unico Paese a non aver confermato la propria posizione è l’Italia – a ottobre si era detta favorevole al rinnovo dell’autorizzazione – che questa volta si è astenuta dal prendere una posizione. Per la cronaca, si sono astenuti anche Francia, Germania, Olanda, Belgio, Malta e Bulgaria, mentre a dire no all’impiego del glifosato sono stati Austria, Lussemburgo e Croazia.
La Commissione dirà sì
In questo scenario di pareri non condivisi, la decisione finale spetta dunque alla Commissione europea, che assume il ruolo di responsabile legale.
Salvo colpi di scena, si tratta di un atto formale: come già riferito da myfruit.it nelle scorse settimane, la Commissione rinnoverà l’impiego della molecola seguendo il parere favorevole dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Il rinnovo dell’autorizzazione da parte della Commissione europea comporterà però alcune restrizioni. In particolare, il glifosato non potrà essere usato per far seccare le colture prima della raccolta.
Tra favorevoli e contrari
Positiva la reazione di Bayer, la multinazionale farmaceutica che ha acquisito Monsanto nel 2018 e che ha commentato: “Potremo continuare a fornire una tecnologia importante agli agricoltori dell’Unione europea”.
D’accordo Confagricoltura, che ha puntualizzato: “La decisione è positiva per le imprese agricole e fondata su solide basi scientifiche. Il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe avuto rilevanti conseguenze sui livelli di produzione”.
Sono invece deluse le ong (organizzazioni non governative) Foodwatch e Générations futures – “Un tradimento della promessa fatta dal presidente Emmanuel Macron nel 2017” – e anche Greenpeace, che ha argomentato: “Un giorno triste per l’Europa, si è persa l’occasione per vietare questo pericoloso erbicida”.