Nessuna area di preoccupazione critica per la salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali. È la conclusione a cui è giunta l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, alla fine della revisione della valutazione del rischio del glifosato, la molecola alla base dei fitofarmaci più diffusi in Europa che da anni, tra sostenitori e detrattori, è al centro del dibattito internazionale.
“Una preoccupazione è definita critica – spiega l’Efsa – quando riguarda tutti gli usi proposti della sostanza attiva oggetto di valutazione (ad esempio, impiego in pre-semina o post-raccolto, ecc.), impedendone così l’approvazione o il rinnovo”.
Il perché della valutazione e l’iter
L’impiego del glifosato, in Europa, attualmente è approvato fino al 15 dicembre 2023. La valutazione dell’Efsa è stata quindi eseguita nell’ambito del processo legislativo previsto per il rinnovo dell’approvazione dell’uso della sostanza nei paesi membri.
Le conclusioni dell’Efsa servono dunque a orientare la decisione in merito all’opportunità di mantenere il glifosato nell’elenco dell’Ue delle sostanze attive approvate nei prodotti fitosanitari. La palla ora passa quindi agli stati membri, che dovranno esprimere perplessità e giudizi. In seguito l’Efsa pubblicherà – entro la fine di luglio 2023 – le proprie conclusioni. La pubblicazione dei documenti di riferimento, che prevedibilmente ammonteranno a diverse migliaia di pagine, è invece prevista tra la fine di agosto e la metà di ottobre 2023.
La precisazione che farà discutere
Il via libera dell’Efsa è destinato a far discutere poiché la stessa Autorità ha precisato: “Ci sono lacune nei dati e alcuni aspetti non possono essere verificati”. In altre parole, ci sarebbero aspetti su cui l’autorità non si è potuta pronunciare per mancanza di informazioni o per la difficoltà di sintetizzare una posizione univoca tra studi che hanno dato esiti divergenti.
Gli aspetti non verificati
Tra gli aspetti non verificati in in via definitiva rientrerebbero la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la valutazione dei rischi per le piante acquatiche. Inoltre L’Autorità ritiene di non potersi pronunciare in via definitiva nemmeno sull’impatto del glifosato sulla biodiversità.
“L’impossibilità di esprimersi su questi aspetti riguardano l’assenza di metodologie armonizzate e la complessità dei fattori che incidono sul fenomeno o, ancora, la carenza di informazioni disponibili. Non è dunque possibile – sottolinea l’Efsa – trarre conclusioni definitive”.
Un processo trasparente
“La valutazione del rischio e la revisione paritetica del glifosato sono frutto del lavoro svolto da decine di esperti scientifici dell’Efsa e degli stati membri nell’ambito di un processo che si è protratto per tre anni – chiarisce l’Autorità – Processo che si basa sulla valutazione di molte migliaia di studi e articoli scientifici, oltre a incorporare i preziosi contributi forniti mediante la consultazione pubblica”.