Dalle albicocche alle pesche, dalle fragole ai kiwi fino agli ortaggi. Il gelo ha colpito duramente anche la notte scorsa e in molti territori le produzioni sono state di fatto dimezzate. E' quanto emerge dai monitoraggi condotti dalle organizzazioni e confederazioni agricole nelle principali regioni produttrici: Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Molise.
Se per proteggere i raccolti a Padova sono stati accesi i falò notturni per riscaldare i ciliegi in fiore, in Valtellina è stata spruzzata acqua sulle piante per creare un velo protettivo contro il gelo, mentre nelle serre è stato aumento il livello di riscaldamento con costi aggiuntivi per le imprese. Pomodori, zucchine, peperoni e altri ortaggi sono compromessi nel centro-nord Italia.
Al centro-nord danneggiato il 75% della produzione
Al centro-nord le temperature sono scese fino a 7 gradi sotto lo zero. Nei campi di Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte la lunga morsa del freddo ha stroncato ettari di frutteti e vigneti, piantagioni di orticole e mais. I danni si preannunciano ingenti, con un taglio del 50-75% della produzione. Un colpo terribile per le aziende agricole già in crisi.
Cia-Agricoltori Italiani incalza le istituzioni affinché non si perda tempo e si intervenga subito ascoltando i territori, sviluppando migliori strumenti di gestione del rischio e incentivando, attraverso il PNRR, lo sviluppo di sistemi tecnologici di protezione delle colture. Perché è chiaro, chiarisce Cia, come l'Italia sia di nuovo alle prese con ondate anomale di maltempo, sbalzi bruschi di temperature e gelate oltre le previsioni.
La Toscana, dalla costa alle aree interne, già all'ottava notte di gelo, ha raggiunto anche i -7 gradi che hanno messo ko le colture in campo, a partire dagli ortaggi, ma anche alberi da frutto in piena fioritura. Molte le aziende che hanno incendiato le rotoballe di fieno per provare ad alzare le temperature nei vigneti; mentre nei meleti sono stati ghiacciati preventivamente i germogli per provare a proteggerli.
“Con la gelata di ieri notte, la produzione ortofrutticola in Toscana è seriamente compromessa. Chiediamo che la Regione Toscana riconosca l'evento calamitoso eccezionale e tutte le misure consequenziali”. A poche ore dall'ennesima, disastrosa, gelata della scorsa notte in Toscana – con temperature fino a 7 gradi sottozero – il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, rivolge un appello alle Istituzioni – Ad Arezzo è andata persa tutta la produzione frutticola, nel resto della Toscana susini e peschi registrano danni ingentissimi. Per gli ortaggi faremo una stima nei prossimi giorni, le premesse sono pessime”.
In Emilia-Romagna, invece, sembra sia andata meno peggio della notte tra il 6 e il 7 aprile, quella considerata decisiva per la frutticoltura regionale. Ciliegi in fioritura, ma anche pereti e meleti, stanno infatti pagando a caro prezzo il gelo che si ripete da notti con il termometro fino a -4 gradi. In Romagna e centro Emilia il peggio è toccato anche agli ortaggi a foglia destinati al consumo fresco.
“Sono ore importanti per monitorare la situazione, ma anche per intervenire con tempestività – ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino – Il passaggio tra istituzioni regionali e centrali deve essere automatico per dare risposte che ormai conosciamo, come il riconoscimento dello stato di calamità naturale per attivare i risarcimenti in tempi rapidi. Allo stesso tempo – ha aggiunto – occorre, sul piano nazionale, spingere l'innovazione sul fronte degli strumenti di gestione del rischio che vanno adeguati prontamente ai cambiamenti climatici in atto, ma anche incentivare e aumentare il contributo a favore dell'assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente in alcuni Psr, utilizzando i fondi della nuova Pac. Il PNRR – ha concluso Scanavino- guardi anche a questi eventi estremi e agli effetti drammatici che hanno sull'agricoltura che per affrontarli ha bisogno anche di innovazione e di risorse importanti da destinare a sistemi tecnologici di protezione delle colture”.
Coldiretti ER: lettera alla Regione per ottenere deroga alla legge 102/2004
“Le aziende che non sono riuscite a sottoscrivere polizze assicurative efficaci devono poter manifestare i danni subiti a causa delle gelate ed essere risarcite attraverso una deroga alla Legge 102/2004 come già accaduto nel 2020”. È quanto si legge nella lettera che Coldiretti Emilia Romagna ha inviato all’Assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi.
Nella lettera l’associazione ha fatto il quadro della situazione in regione rilevando come in tutta l’area della provincia di Ferrara si denotino evidenti danni alle fioriture e ai frutticini delle colture frutticole, orticole e i primi pomodori da industria appena trapiantati. Soprattutto per le colture frutticole i danni rilevati superano il 60% della produzione. In Romagna, nelle aree della provincia di Ravenna e di Forlì-Cesena, anche nei territori collinari sono stati colpiti gravemente l'albicocco con perdite superiori al 50% dei raccolti, gli impianti di ciliegio, i germogli e alle gemme del kiwi e sono segnalati inoltre danni ai vigneti e alle orticole in pieno campo nella zona del Cesenate. In provincia di Rimini danni su orticole, drupacee e vigneti.
In tutta l’area della provincia di Bologna la situazione è allarmante per le drupacee già soggette a diversi giorni di freddo intenso e ora definitivamente compromesse. Susine e albicocche in particolare manifestano danni per oltre il 70% della produzione, così come per pesche e nettarine dove si evidenziano con danni evidenti oltre il 50%. Anche i germogli di kiwi sono danneggiati e per le pomacee, essendo queste in piena fioritura sono probabili effetti di cascola e danni da cinghiatura dei frutticini. Segnalati danni anche per le colture orticole trapiantate (scalogno) altre orticole in generale quali pomodoro, zucchino, melone. Nella zona collinare di Vignola si stimano danni fino al 100% per le albicocche mentre per ciliegio e susino i danni hanno causato una perdita di produzione di oltre il 70%. In pianura si segnalano danni sulle pere delle zona del Carpigiano e nell’area nord oltre ai danni sulle orticole a pieno campo.
“Dopo una campagna 2019 – precisa Coldiretti Emilia Romagna – disastrosa per la forte presenza della cimice asiatica che ha messo in ginocchio un intero settore produttivo agricolo, purtroppo la campagna 2020 iniziò con importantissimi eventi di gelo primaverile contestuali all’inizio della pandemia per Covid-19 e relative restrizioni alla libera circolazione, ciò fece registrare nuovamente ingenti danni al settore e numerose aziende impossibilitate alla sottoscrizione di polizze assicurative. Auspichiamo dunque che la nostra richiesta di deroga alla Legge 102/2004 – conclude Coldiretti regionale – venga accolta quanto prima, in virtù della gravità della situazione in cui il settore è coinvolto”.
Fenomeni meteo decisamente anomali anche in Veneto e Piemonte con il Monferrato arrivato nella notte a -6 gradi. In entrambe le regioni sono i vigneti a risentirne di più e dai quali tempo un paio di giorni, emergerà tutto il danno causato dalla lessatura delle gemme. In Veneto, poi, non si sono salvate alcune varietà di peschi, albicocchi e susini.
Seconlo la Coldiretti, era dalla fine degli anni '90 che non si registrava una gelata così devastante e territorialmente diffusa nell'area del Cuneese. Perdite fino al 100% per kiwi e albicocche, per pesche e ciliegie il danno produttivo si aggira intorno al 90%.
Le colture più colpite sono la frutta nel Saluzzese con pesche, susine, albicocche e kiwi danneggiati, ma anche melo e piccoli frutti e anche quella a guscio come noci e nocciole. Nel Saviglianese a risentire delle basse temperature sono state le orticole fuori serra. In alcuni zone a causa del vento e delle correnti gelide anche i sistemi anti-brina hanno presentato dei problemi di efficienza nel funzionamento.
“Una situazione – fa notare Roberto Moncalvo, delegato confederale Coldiretti Cuneo – che andrà definirsi meglio, a livello di quantificazione dei danni, nelle prossime ore, ma che sicuramente rischia di creare, alla partenza della nuova stagione, ingenti difficoltà. Proprio a fronte di questa situazione, chiediamo alla Regione di attivare lo stato di calamità naturale”.
Sardegna a macchia di leopardo
In Sardegna la maggiore preoccupazione riguarda i vigneti, ma in pericolo ci sono anche ortaggi e frutta.
Il crollo delle temperature sottozero in primavera, infatti, mette a rischio i raccolti dopo un lungo periodo di alte temperature che hanno favorito il risveglio della vegetazione che è ora più sensibile al grande freddo.
Il brusco abbassamento delle temperature rischia di compromettere la produzione di ortaggi e frutta. Fuori dal riposo invernale e, pertanto, più sensibili al gelo, anche la vite. Le prossime ore saranno decisive per capire il livello del danno.