La droga – in particolare cocaina, hashish e marijuana – viaggia per il mondo con frutta e verdura. A dirlo sono le numerose indagini svolte dalle forze dell’ordine italiane che, con una frequenza sempre più alta, si ritrovano a smascherare, e quindi a smantellare, organizzazioni criminose che, attraverso importatori ortofrutticoli, introducono in Italia anche sostanze stupefacenti.
I trasferimenti della droga, va precisato, il più delle volte avvengono all’insaputa dei trasportatori e dei titolari delle aziende di autotrasporto.
Spagna-Italia, la droga viaggia nei bins
E’ della scorsa estate il caso di un’azienda che importava droga dalla Spagna: furono sequestrate più di mille tonnellate di hashish e marijuana provenienti dalla penisola iberica e arrivate in italia su tir che, invece, avrebbero dovuto trasportare solo ortofrutta. Lo stupefacente era nascosto nei bins, contenitori di plastica pieni di frutta e verdura realmente commercializzata e diretta a diversi mercati ortofrutticoli campani, tra cui l’ingrosso di Pozzuoli, quello Volla e ai depositi di Giugliano e Capua.
Punto di partenza la piattaforma logistica Fruits Urpinas che si trova all’interno del mercato agroalimentare Mercabarna di Barcellona, una struttura dotata di celle frigorifere atte a ricevere le merci acquistate all’interno del mercato e destinate a essere consegnate in Europa.
In queste celle vengono stoccati anche i prodotti ortofrutticoli provenienti dall’origine – dunque direttamente dai Paesi di produzione. Anch’essi verranno poi trasferiti in altri paesi europei.
La Campania è spesso teatro del sequestro di stupefacenti, poiché i porti sono attrezzati per ricevere i prodotti ortofrutticoli e stoccarli. Per esempio a Frattamaggiore (Napoli), mesi fa le forze dell’ordine hanno trovato 500 chili di cocaina nascosta in 20 cartoni per la frutta.
Le celle frigorifere sono un nascondiglio sicuro
Sono diversi i motivi per cui esiste questo dualismo droga-ortofrutta. Uno di questi è la possibilità di nascondere i panetti di stupefacenti – perlopiù provenienti dal Sudamerica – all’interno dei motori dei refrigeratori dei container, i quali sono accessibili facilmente dall’esterno. Il trasbordo è però leggermente macchinoso, poiché non esistono rotte dirette tra l’origine e i porti di Napoli e Salerno. Rotte che invece esistono au Gioia Tauro, in Calabria, dove è tutto più semplice: non a caso si tratta di uno dei porti dove sembra arrivino i maggiori carichi di stupefacente in Italia.
Le banane piacciono ai nercos
Molto spesso la droga viene ritrovata tra i carichi di banane. Il motivo è semplice: l’Ecuador è infatti il principale produttore sia dei frutti, sia degli stupefacenti, e dunque da lì partono centinaia di container refrigerati carichi di banane e utili anche alla conservazione dello stupefacente.