Sessantasette fra i maggiori esperti di insalate d’Italia hanno dato il loro contributo a un volume di grande interesse, per profondità delle trattazioni, edito da Bayer CropScience Italia, dal titolo “Le insalate”, 14° della collana Coltura&Cultura, presentato lo scorso marzo in occasione della fiera AgroSud. E, naturalmente, la parte dedicata alla IV gamma riveste un ruolo fondamentale all’interno dell’opera, soprattutto perché se le insalate, da sempre considerate alimento povero, si sono trasformate da “Cenerentola” a principessa è proprio per merito della grande penetrazione dei volumi di acquisto di questa tipologia di prodotti.
Se nel 2010, infatti, le vendite di prodotti fresh-cut sono state pari a 740 milioni di euro, posizionando il nostro paese come primo consumatore in Europa e terzo nel mondo, 600 milioni sono stati ricavati dalle sole insalate della IV gamma. I motivi? Tanti quelli che il volume analizza, tra i quali il grande cambiamento delle consuetudini di acquisto che vanno di pari passo con quelle di consumo. Se il target tipico degli acquirenti di IV gamma si identifica sostanzialmente con il pubblico femminile, tra i 30 e 60 anni, con istruzione superiore, perlopiù residente nel Nord del paese, dall’altra si sottolinea come la penetrazione di questi prodotti si stia facendo largo anche, in realtà, tra altre categorie di consumatori, come per esempio i single maschi.
Non tutto è, comunque, rose e fiori: troppi italiani ancora, di fatto, non si fidano delle insalate di IV gamma, tanto che, secondo l’AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) il 40% dichiara di lavare nuovamente il prodotto dopo l’acquisto. A questo bisogna aggiungere come la frequenza di acquisto denoti poca fidelizzazione e come solo il 20% delle referenze generi l’80% dei volumi di vendita.
Il volume, infine, scende nel dettaglio dei processi di lavorazione della IV gamma, con immagini precise di ogni singola fase del processo di lavorazione, dal ricevimento della materia prima sino al prodotto finito.