«La Gdo vive il paradosso del leader, con una concorrenza sviluppata nei due estremi: la fascia bassa con i discount e la fascia alta con il gourmet, vedi il successo di Eataly. Chi sta nel mezzo e vuole accontentare un po’ tutti, rischia di non accontentare nessuno».
A parlare è Sandro Castaldo, professore di economia e gestione delle imprese alla Bocconi, intervistato dal Corriere della Sera (vedi qui) all’interno di un lungo articolo dedicato ai cambiamenti in atto nel mondo dei consumi alimentari e della Gdo in particolare, partendo dal recente crollo in borsa del colosso mondiale Walmart (vedi qui) e la concomitante ascesa di Amazon, da poco sbarcata anche in Italia con la vendita on line di prodotti alimentari conservati, ma che molto probabilmente, anche nel nostro Paese, si cimenterà con i prodotti freschi e freschissimi. Su quest’ultimo argomento Castaldo aggiunge: «Amazon fresh a New York è arrivata a fare consegne in due ore, qui c’è chi sperimenta il pick and pay, c’è il caso del drive Auchan, ma questi colossi continuano ad avere costi fissi importanti che non hanno paragoni con i big dell’online. E se non si muovono rischiano di trasformarsi in elefanti sul ciglio di un burrone».
Polarizzazione dei consumi da una parte, quindi, e sfida dell’on-line dall’altra. Il primo aspetto che la “vecchia” Gdo si trova a dover affrontare rappresenta la vera eredità del post-crisi, con un consumatore completamente differente rispetto al passato nella scelta di cosa mettere nel carrello della spesa. L’ascesa dell’e-grocery, invece, sebbene in Italia rappresenti ancora solo lo 0.7% come quota di mercato, è oramai un aspetto che non può più essere affrontato con sufficienza. Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, sempre nell’articolo del Corriere della Sera, non nasconde la sua preoccupazione: “Prima Amazon, ora anche Zalando sta creando una piattaforma logistica in Italia. Siamo preoccupati ovviamente, alcuni gruppi hanno deciso di lasciare l’Italia, altri hanno razionalizzato l’offerta”.
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