Leggere che un player della grande distribuzione straniero, sebbene in Italia da 30 anni e con un management tutto tricolore, svolga un ruolo non secondario nell’export dell’agroalimentare italiano, in particolare ortofrutticolo, fa certamente riflettere e magari genera anche qualche rimpianto circa la storica assenza di un’insegna italiana all’estero. Un vuoto, quest'ultimo, colmato proprio da attori come Lidl, che riescono a sfruttare la loro fitta rete di negozi (11.900) presente, come in questo caso, in un cospicuo numero di Paesi esteri (31).
Export 2 miliardi di euro, 550 milioni dall'ortofrutta
Lidl nel 2021 ha effettivamente fatto da volano dell’agroalimentare italiano esportando prodotti made in Italy per un valore complessivo di 2 miliardi di euro. “Abbiamo inoltre esportato e venduto all'estero prodotti ortofrutticoli per un totale di 550 milioni di euro, un valore che non tiene conto della quota di prodotti venduti in Italia” ha spiegato a myfruit.it Eduardo Tursi, amministratore delegato Acquisti e Marketing Lidl Italia, presente a Milano durante la conferenza stampa che l’insegna del Gruppo Schwarz ha tenuto per i sui 30 anni in Italia.
Un dato che, se lo mettiamo in relazione con i 5,5 miliardi di export che l’ortofrutta ha generato a valore secondo i dati Istat nel 2021, ci porta a dire che solo Lidl pesa il 10% totale. “Sì, siamo molto fieri e orgogliosi del contributo che diamo con il nostro reparto ortofrutta”.
I fornitori di ortofrutta? Soprattutto aziende medio-piccole e del Sud
Ma che caratteristiche hanno le aziende ortofrutticole italiane con le quali lavora Lidl? “Sono soprattutto medio-piccole e si trovano specialmente nel Meridione” continua il manager di Lidl Italia. Un lavoro importante, che consente in un’area del paese dove non regna certo l’aggregazione, quanto la frammentazione, di riuscire a esportare prodotti che altrimenti farebbero fatica a varcare i confini italiani. Un modello, quello adottato nel Sud d’Italia da Lidl, che prevede anche da qualche tempo di saltare gli intermediari. “In Sicilia abbiamo avviato una collaborazione con Coldiretti che non riguarda solo i prodotti a marchio FDAI (“Firmato Dagli Agricoltori Italiani”, ndr) e che ci consente di comprare i prodotti ortofrutticoli direttamente dai soci Coldiretti. Abbiamo esportato questo modello anche in Calabria e Puglia e l’intenzione è di allargarlo ancora di più”.
Destinazione Germania, ma non solo
In quali Paesi viene venduta l’ortofrutta italiana che Lidl vende all’estero? “Storicamente la Germania è il miglior partner commerciale per l’Italia e ovviamente lo è anche per noi, per ovvi motivi. Ma non è il solo. Ci sono altri mercati, a partire dagli Stati Uniti dove noi siamo presenti e dove la comunità italiana è una delle più numerose, discorso che in Europa vale anche per il Belgio e altri Paesi. Noi cerchiamo sempre di spingere l’italianità nei mercati esteri, aiutando i nostri partner fornitori e mettendo a disposizione la nostra rete vendita di quasi 12 mila punti di vendita”.
Inflazione tra il 5 e il 6%
Impossibile non parlare anche di inflazione, tema che soprattutto per un discount, che ha come leva principale quello della convenienza, diventa prioritario. “Il momento non è facile, noi come Gdo ci troviamo al centro tra produttori e consumatori” conclude Tursi. “Il nostro compito è quello di cercare di limare e mitigare gli effetti dell’inflazione. Posso confermare quello che si legge e che conferma anche l’Istat, e cioè che il peso poi a scaffale sui prezzi è del 5/6%”. Cambierà, quindi, qualcosa nella strategia di Lidl? “No, la nostra politica non cambierà assolutamente, così come la nostra idea di spesa e il nostro posizionamento sul mercato. I prodotti devono sempre essere convenienti”.