Logistica e Trasporti

08 gennaio 2025

Logistica, che anno sarà il 2025

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Tutt’altro che prevedibile e scontato. Così, in sintesi, si prospetta il 2025 della logistica, tra scenari globali che si confermano difficili e nuovi elementi che potrebbero contribuire a complicare le cose, come per esempio le nuove regole per entrare nel Regno Unito e i nuovi pedaggi introdotti in Europa. 

Un 2024 complicato. E il 2025?

Ma partiamo dalle certezze. A riassumerle è Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto che sintetizza: “Il 2024 ha rappresentato un anno di persistenti tensioni, con impatti significativi sul commercio internazionale. Il protrarsi dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente ha continuato a influenzare l’economia globale”.

A questo scenario si è aggiunta l’incertezza politica negli Stati Uniti. Tra scioperi e promesse elettorali del presidente Donald Trump, queste ultime riassumibili con la fine dei conflitti e dei dazi, anche Oltremare l'incertezza regna sovrana. Quando all’Europa, la nuova Commissione europea si trova a dover affrontare crisi diversificate.

Sottolinea Botta: “Con la crisi di Suez, si stanno esplorando percorsi alternativi, come la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza, il rilancio della One Belt One Road e nuovi corridoi come l’Imec (nuovo Corridoio India-Medio Oriente-Europa). Anche i collegamenti nord-sud stanno guadagnando terreno”.

Lo scenario italiano 

Sul fronte nazionale, i porti italiani a fine 2024 mostrano volumi complessivamente stabili rispetto agli anni precedenti. I dati indicano che i porti di Genova e Savona hanno movimentato circa 2,8 milioni di teu, in leggero aumento rispetto ai 2,74 milioni del 2023. Il solo porto di Genova ha registrato una crescita dai 2,394 milioni di teu del 2023 ai 2,45 milioni del 2024. 

“È evidente che l’Italia stia commettendo errori nella strategia di posizionamento - commenta però Botta - Non possiamo ignorare che la capacità di spesa degli italiani è limitata, ma il problema principale resta la mancanza di investimenti adeguati in infrastrutture e servizi logistici”.

Tra le criticità spiccano la burocrazia e l’assenza di tempestività nei servizi. “Semplificare le procedure e investire in servizi efficienti è una condizione imprescindibile per contrastare la concorrenza dei porti del Nord Europa, che continuano ad attrarre volumi significativi di container sottraendoli ai nostri scali”, chiarisce Botta.

Un nuovo sciopero in Usa

Nel frattempo, le compagnie di navigazione si stanno preparando agli impatti del nuovo possibile sciopero negli Usa che potrebbe scattare già dal 16 gennaio,.

Hapag Lloyd ha annunciato l’introduzione di due surcharge ad hoc, in previsione delle criticità che si andrebbero a creare con uno stop alle operazioni nei porti statunitensi della costa est e del Golfo del Messico. I due extra costi entrerebbero in vigore solo in caso di proclamazione dello sciopero, a partire dal 20 gennaio. 

Il primo extra costo si applicherà a carichi in arrivo nei porti della costa est e del Golfo degli Usa da varie origini – tra cui Nord Europa e Mediterraneo - mentre il secondo riguarderà quelli che giungono negli stessi scali dall’Asia orientale (Cina, Giappone, Corea del Sud e così via). Per entrambi l’importo sarà di 850 dollari per box da 20 piedi e di 1.700 per quelli da 40.

Nuove regole per entrare in UK

Nel frattempo la Gran Bretagna si prepara a introdurre un'importante novità per l'accesso al proprio territorio da parte dei cittadini dell'Ue, compresi gli autisti di veicoli industriali. 

Dal 2 aprile 2025, sarà obbligatorio l'Eta (Electronic travel authorization), un permesso elettronico che si aggiunge alle nuove disposizioni successive alla Brexit. Per ottenerlo bisognerà compilare un modulo online disponibile sul sito ufficiale del Governo britannico e versare una tassa di 10 sterline. L’autorizzazione, valida per soggiorni multipli fino a sei mesi nell’arco di due anni, sarà rilasciata in formato elettronico entro tre giorni dalla richiesta.

Nuovi pedaggi in Danimarca e Paesi Bassi

Intanto prosegue in Europa la modifica dei pedaggi per veicoli industriali basata sulle emissioni di Co2. Il primo gennaio 2025 sono entrate in vigore nuove regole entreranno nei Paesi Bassi e in Danimarca. In Olanda, per via dell’aggiornato dell’eurovignetta l’aumento delle tariffe sarà pari a circa il 2 per cento. 

La Danimarca introdurrà invece un pedaggio elettronico basato sulla distanza percorsa. Il calcolo della tariffa si baserà sul peso del veicolo e sulle sue emissioni di Co2, con tariffe più elevate nelle zone a basse emissioni (Lez).

Aumenti anche in Italia

Il 2025 si apre con un adeguamento tariffario sui pedaggi autostradali in Italia, una misura che interessa in particolare le tratte gestite da Autostrade per l'Italia, che coprono circa 2.800 chilometri di rete. L'aumento medio è dell'1,8%, in linea con il tasso di inflazione programmato per l'anno in corso. 

Gli aumenti si applicano principalmente alle tratte gestite da Aspi, le quali includono l'A1 che collega Milano a Napoli (+1,8%). L'A3, che va da Napoli a Salerno, presenta un incremento leggermente inferiore pari all’1,7%, mentre l’A4 sul tratto Milano Fiorenza-Brescia Ovest, e l'A7 nel tratto Serravalle Scrivia-Genova Ovest, hanno entrambe un aumento dell’1,8 per cento. Aumenti si registrano su tutta la rete autostradale. 

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