“Le misure adottate negli ultimi 18 mesi dal Governo sono devastanti per il settore merci ferroviario e sono anche in netta controtendenza con l’obiettivo apparentemente condiviso di andare verso una green economy”.
A dirlo senza giri di parole è Fercargo, l’associazione che riunisce le imprese ferroviarie nel trasporto merci, che aggiunge: “Di questo passo il settore è destinato a diventare marginale nel sistema dei trasporti sia nazionali, sia transfrontalieri”.
Cosa c’è che non va
A non piacere è il Decreto cosiddetto loco-carri, il quale riduce il contributo introdotto nel 2021 per il rinnovo del parco rotabile di 70 milioni, rispetto agli originari 210.
“Se questo provvedimento rimarrà così formulato – rileva l’associazione – metterà in estrema difficoltà le numerose imprese che, alla luce del Decreto, avevano già pianificato e attuato ingenti investimenti, oltre a perdere la sua funzione di sostegno al rinnovamento del parco locomotive e carri”.
Non sono gradite nemmeno l’interruzione per più di un anno del contributo ferrobonus, il taglio per il 2023 dei fondi destinati allo sconto pedaggio, ossia una misura ritenuta vitale per il settore e “la totale mancanza di qualsiasi forma di sostegno alle imprese nella difficile situazione determinata dalla enorme mole di lavori sulla rete ferroviaria nazionale legati al Pnrr, con l’attivazione di numerosi cantieri che portano alla chiusura parziale o completa di moltissime linee in tutto il Paese”.
“Tale riduzione di capacità raggiunge punte del 60% in termini di disponibilità di tracce per i treni merci e comporta in molti casi l’impossibilità di effettuare traffici con un pesantissimo impatto sui ricavi o, nella migliore delle ipotesi, un aumento delle percorrenze, con un forte aumento dei costi – precisa la nota – Lo stesso effetto negativo sugli operatori che scaturisce dalle prolungate chiusure parziali o totali dei tunnel del Gottardo e del Frejus, fondamentali per il transito delle merci verso l’Europa, per le quali non vengono previsti supporti di alcun genere”.
Il paradosso degli investimenti compiuti ma inutili
“Quando saranno pronte e adeguate le infrastrutture – conclude l’associazione – potrebbero non essere utilizzate a causa della mancanza di traffici, vanificando così miliardi di investimenti”.
L’invito rivolto al Governo è dunque di “rivedere le posizioni fin qui adottate, prima che il danno diventi irreparabile”.
Noli container: a febbraio su quelli contrattuali e giù gli spot
Quanto al trasporto marittimo, a febbraio 2024 i noli spot risultano in calo. A dirlo è l’indice calcolato da Drewry, il quale risulta in controtendenza rispetto a quanto rilevato da Xeneta, secondo la quale i noli contrattuali sono in aumento, tanto da segnare l’incremento più significativo degli ultimi 18 mesi.
Il che, secondo la società di ricerca, sarebbe dovuto alle deviazioni a cui sono costrette le portacontainer per via della situazione instabile che si è creata nel Mar Rosso e dunque all’impossibilità di transitare (non si sa ancora per quanto tempo) per il Canale di Suez.