Se nel 2020 e nel 2021 la logistica internazionale è stata messa a dura prova dalla pandemia e dai conseguenti lockdown che hanno fermato la merce nei porti e hanno fanno alzare i costi di viaggio fino a cifre inimmaginabili, nel 2022 a pesare è stata soprattutto la guerra tra Russia e Ucraina.
La quale non solo ha costretto a ridefinire e ridisegnare le tratte, ma ha anche causato imbuti e ritardi sia sulle tratte marittime, sia via terra.
E poi c'è stata, quasi a sorpresa, la caduta libera dei noli marittimi in tutto il mondo, in particolare sulle tratte Europa-Cina. Il che, pur essendo in linea di massima una buona notizia, come raccontato da myfruit.it ha riportato alla ribalta l’incubo blank sailing.
Le conseguenze della guerra
Tra le prime conseguenze dell’invasione russa in Ucraina è da annoverare il blocco dei porti ucraini. Il che, considerando che l’Ucraina è uno dei principali esportatori di alcuni prodotti agricoli, in particolare frumento, mais e olio di girasole, ha creato problemi a livello globale, basti considerare che nella fase iniziale del conflitto sono rimasti fermi nei porti almeno venti milioni di tonnellate di prodotti.
Per uscire da questa situazione, si è cercato sia di riaprire il flusso marittimo, sia di trovare alternative terrestri verso altri porti, in primis quello polacco di Danzica. E poi si è puntato sul trasporto ferroviario, ma i vettori hanno dovuto affrontare l’imbuto causato dal diverso scartamento delle ferrovie ucraine.
I noli in caduta libera bloccano la merce
Durante il 2022, per oltre 40 settimane consecutive, il Drewry’s world container index ha rilevato la caduta libera dei noli marittimi dei container.
A dicembre la media globale per un’unità da 40 piedi è stata di circa 2.400 dollari, il che significa fino al -85% rispetto allo stesso periodo del 2021.
La maggiore volatilità si è registrata per i noli spot, ma da quanto rilevato dallo Xeneta shipping index anche i contratti mostrano segnali negativi per via della riduzione della domanda di trasporto e l’incertezza economica.
Il 2023 è un'incognita
Fare previsioni su quanto accadrà nel 2023 è al momento non semplice. Quello che è certo è che il conflitto in Ucraina non è risolto e che dalla Cina arrivano dati allarmanti circa una nuova e pesante ondata di Covid.
Inoltre, secondo gli esperti, dal primo gennaio 2023 il trasporto marittimo rallenterà per via dell'entrata in vigore delle nuove misure adottate dall’Imo (International maritime organization) finalizzate a ridurre le emissioni di carbonio.
Per conformarsi ai nuovi regolamenti gli operatori navali dovranno puntare al miglioramento continuo e pertanto dovranno adottare misure quali la riduzione della velocità, l’ottimizzazione delle rotte, il passaggio a combustibili a basso contenuto di carbonio, l’adeguamento delle navi con nuovi combustibili o tecnologie ad alta efficienza energetica, la frequente pulizia degli scafi. Tutte operazioni che comportano investimenti.