23 gennaio 2024

Mar Rosso: blank sailing sempre più frequenti, è allarme

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Cresce la preoccupazione per l’export italiano per via della crisi del Mar Rosso e dei suoi effetti sul trasporto via mare di container tra Asia ed Europa. Oltre alle rotte alternative, oltre ai prezzi dei noli impazziti di cui myfruit ha già riferito, sono infatti in aumento i blank sailing.

I viaggi cancellati

“Ocean Alliance – ha riferito nelle ultime ore Dynaliners – sta programmando il taglio di 15 partenze da qui alla fine di marzo, relative a tutte le sue tratte tra Asia e Vecchio Continente”.

Inoltre, la scorsa settimana – dunque prima che si apprendesse la decisone di Ocean Alliance – i carrier hanno annunciato cancellazioni per 94 partenze nel periodo tra il 22 gennaio e il 25 febbraio, su un totale di 650 viaggi programmati, per una quota pari a circa il 14 per cento. Nel merito, il 55% del totale dei blank sailing riguarderà le rotte transpacifiche, il 24% quelle verso il Nord Europa e il Mediterraneo, e l’11% quelle transatlantiche.

Gadda (Iv): “Tavolo contro danni a export agroalimentare”

“E’ urgente che il governo convochi immediatamente una cabina di regia su quanto sta avvenendo in Mar Rosso, coinvolgendo oltre ai ministeri competenti anche le filiere produttive e le rappresentanze coinvolte. Bisogna evitare che questa crisi e i continui attacchi terroristici portino irreparabili contraccolpi sulle nostre esportazioni agroalimentari – ha dichiarato Maria Chiara Gadda, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera – Gli attacchi lanciati dagli Houthi nel Mar Rosso rappresentano una seria minaccia per le esportazioni del settore agroalimentare italiano a partire dai prodotti freschi come l’ortofrutta“.

“Ripiegare sulle rotte atlantiche circumnavigando l’Africa, con 15-20 giorni di tragitto in più rispetto a quello abituale da Suez, potrebbe non essere più compatibile con l’export di prodotti freschi come le nostre mele – ha aggiunto – C’è poi il tema degli ingenti costi aggiuntivi di trasporto che riguarda tutte le produzioni, dal vino all’olio, il cui costo è non a caso raddoppiato e potrebbe diventare all’estero meno competitivo sul mercato. Ma non solo. La mancata esportazione extra Ue dei nostri prodotti provocherà ripercussioni anche sul mercato interno come un effetto domino su prezzi e quantitativi. Bisogna prevenire e intervenire subito, non si può difendere il made in Italy solo a parole”.

“Il governo Meloni agisca – ha concluso – serve un tavolo che riunisca tutti gli attori coinvolti per individuare una strategia che limiti i danni per il settore agroalimentare italiano e per un coordinamento a livello comunitario”. 

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