15 maggio 2014

Mele e Nord Africa. Il punto con il Consorzio la Trentina

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«È un trend che c’è. Esportiamo in quest’area oramai il 10% del prodotto commercializzato, pari a circa 5/6 mila tonnellate». Quello che Simone Pilati, direttore generale del Consorzio La Trentina, ci descrive è uno scenario non solo in crescita costante, ma anche molto dinamico, con peculiarità e differenze che cambiano da Paese a Paese. «Abbiano iniziato con la Libia 10 anni fa, un mercato che è cresciuto costantemente e cha ha avuto un ovvio rallentamento durante la guerra. Ma nel 2013 siamo tornati ai livelli passati». Un altro Paese dove La Trentina è presente da 5 anni è l’Egitto. «Anche in questo caso c’è un’ottima crescita anche se più discontinua. Però, considerando che stiamo parlando di un bacino di 80milioni di persone, 50 della quali vivono tra il delta del Nilo e Il Cairo, quindi in una zona facile da raggiungere, rappresenta il Paese con le maggiori potenzialità». Infine l’Algeria, un Paese molto importante per l’export di mele de La Trentina, anch’esso da 5 anni a questa parte in continua crescita come volumi importati.

Certo non sono aree tranquille dal punto di vista socio-politico, una delle criticità da prendere in considerazione. «Sì, sono Paesi instabili da questo punto di vista e questa è certamente una delle criticità principali da non sottovalutare. Nel recente passato, di conseguenza, ci sono stati dei rallentamenti, anche se siamo riusciti a mantenere sempre gli stessi interlocutori per quanto riguarda i nostri partner che si occupano di distribuzione in queste aree». C’è anche l’aspetto dei dazi e dei limiti all’importazione. «Ci sono, anche se la situazione è migliorata. Però alcuni vincoli andrebbero affrontati e risolti come sistema Paese».

Come varietà e calibri, rappresentano un ottimo bacino per il mercato delle mele italiane. «Riusciamo a valorizzare calibri medio-piccoli, ma anche quelli più grandi, segno di una grande dinamicità di questi mercati. Per quanto riguarda le varietà, le più esportate sono Golden Delicious, Gala e Red Delicious».

Infine, un aspetto centrale che Pilati sottolinea è quello che riguarda la qualità e il gusto: due fattori non secondari che hanno consentito alle mele italiane, e in questo caso quelle del Consorzio La Trentina, di riuscire a togliere spazio anche quelle di altri Paesi che qui esportano, come la Francia. «Sono Paesi che gustano ancora i prodotti, soprattutto quelli ortofrutticoli freschi. Quindi sanno riconoscere la qualità. Nella loro dieta quotidiana frutta e verdura rivestono ancora una grande importanza e, quindi, per loro, la mela rappresenta un frutto molto significativo in termini di bontà».

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