06 maggio 2020

Mele: il lockdown è stato benefico?

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Partiamo dalle certezze: le mele, con o senza lockdown, sono tra i frutti più consumati. E l'Italia, con una produzione che supera i 2 milioni di tonnellate (fonte Coldiretti), è tra i big dei produttori europei, seconda solo alla Polonia, prima rispetto alla Francia. La produzione italiana si concentra in Trentino Alto Adige (che rappresenta circa la metà del raccolto italiano), ma si estende anche in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Lombardia e Friuli. La mela, infine, è il frutto italiano più esportato nel mondo: sarebbero più di 900mila (fonte Coldiretti) le tonnellate di mele italiane giunte in altri paesi nel corso del 2019.

Finite le certezze, veniamo alla domanda: che effetto ha avuto l'emergenza coronavirus sugli acquisti di mele? Secondo Franca Castellani, frutticoltrice e presidente del Consorzio Veronatura che gestisce i mercati a km zero di Campagna Amica e Coldiretti, in tempi di lockdown il consumatore si orienta verso prodotti che durano, facili da conservare, ma anche dalle rilevanti proprietà nutrizionali e dai molteplici utilizzi: caratteristiche tipiche della mela. Ma gli acquisti di mele sono davvero incrementati? Per Andrea Fedrizziresponsabile marketing e comunicazione di Melinda, i numeri registrati durante il contenimento sono in linea con quelli del periodo. Secondo Klaus Hölzl, responsabile vendite di Vog, invece, dopo un'iniziale corsa all'acquisto, si è tornati presto alla normalità. Vediamo nel dettaglio, con qualche riflessione anche sulla campagna che verrà.

Coldiretti: gli acquisti di mele crescono del 18%

Ottimista la visione di Coldiretti che, su dati di Assomela, rileva che gli acquisti di mele al primo aprile – dunque nel pieno del lockdown – sarebbero cresciuti del 18% e pertanto, sempre secondo la federazione, le riserve nazionali sarebbero scese a 556.714 tonnellate. “L'acquisto – precisa Coldiretti – riguarda un po' tutte le varietà: dalle Golden alle Gala, dalle Red Delicious alle Fuji fino alle Granny Smith e all'Annurca, con consumi in crescita fra il 18 e il 23% e con un trend in aumento pure per i trasformati come i succhi”. 

Melinda: vendite come da programma

Andrea Fedrizzi Direttore Marketing Melinda

Andrea Fedrizzi, direttore marketing e comunicazione Melinda

Marzo e aprile sono sempre i mesi di punta per gli acquisti di mele – esordisce Andrea Fedrizzi – perché l'offerta di frutta, in questo periodo, è limitata. Pertanto, confermo un incremento importante degli acquisti rispetto a gennaio e febbraio, ma parlerei di incremento fisiologico: abbiamo venduto come lo scorso anno”. In ogni caso, anche secondo Fedrizzi, durante il lockdown la mela è stata particolarmente apprezzata dagli italiani reclusi in casa e pertanto, la perdita da impuntare al canale horeca, è stata compensata dai consumi casalinghi. “Il coronavirus ha incentivato la voglia di prodotti salutari – racconta Fedrizzi -; in generale sono cresciuti i consumi di ortofrutta“.

Nessun disservizio sui trasporti e sulla distribuzione delle mele Melinda in periodo di lockdown, anzi: “Dobbiamo fare i complimenti ai trasportatori che, tra mille difficoltà, non si sono mai fermati”. Quanto al lavoro del consorzio, qualche rallentamento è stato registrato nella fase di selezione e di confezionamento del prodotto, poiché tra quarantena e qualche timore, circa il 10% dei dipendenti (in totale sono 1.300) è rimasto a casa.

Infine, due parole circa la campagna 2020: “Se la fioritura è un segnale – spiega Fedrizzi – siamo fiduciosi per la produzione di quest'anno: se non ci saranno imprevisti meteorologici durante la prossima estate, se usciremo indenni, nelle prossime due settimane, dal pericolo gelate, dovremmo avere un quantitativo intorno alla nostra media (400mila t). E la qualità, che poi è il nostro principale parametro, dovrebbe essere molto buona“. Le vere incognite, però, per la stagione 2020 sono due: la manodopera e lo scenario economico dei prossimi mesi. Quanto alla prima, Fedrizzi puntualizza: “Le istituzioni si stanno muovendo, confidiamo nei corridoi: il lavoro nei meleti è faticoso e complicato, occorre competenza”. Quanto alla seconda, conclude: “Dovremo confrontarci con uno scenario mutato, il rischio è che molti perdano il lavoro e che diminuisca la capacità di spesa”.

Vog: dopo il picco di ordini, è tornata la normalità 

Klaus Hölzl Vog

Klaus Hölzl, responsabile vendite del Vog

Anche il consorzio Vog ha osservato le vendite presso la Gdo, rilevando quanto segue: il mese di marzo 2020, con l’inizio del lockdown in tutta Italia e poi, progressivamente, in molti paesi europei, è stato un periodo turbolento e altalenante per le mele, sia sul mercato italiano, sia nell’export: dopo una prima grande corsa ai rifornimenti, si è assistito a una successiva fase di contrazione degli acquisti. Per poi tornare, infine, a una sostanziale normalità. Nel merito, secondo Vog, dopo l’entrata in vigore del primo dpcm dell’8 marzo, la grande distribuzione italiana ha praticamente raddoppiato gli ordini di mele: la domanda dei consumatori è cresciuta fortemente, anche sull’onda emotiva della corsa all'accaparramento. “La settimana successiva invece – spiega Klaus Hölzl, responsabile vendite del Vog – la domanda del consumatore, seppur alta, è risultata inferiore alle previsioni: gli ordini che abbiamo ricevuto dalla Gdo sono dunque calati, pur rimanendo al di sopra della media del periodo”.

Walter Pardatscher di Vog

Walter Pardatscher direttore generale del consorzio Vog

Nell'ultima settimana di marzo, finalmente, la tregua: “Gli alti e bassi hanno trovato una loro stabilizzazione solo verso fine mese, quando i consumatori hanno definitivamente compreso che non sussisteva alcun pericolo di esaurimento delle scorte di mele”, puntualizza Hölzl. Un comportamento simile si è verificato anche negli altri mercati europei sui quali Vog è presente, tanto che ai primi di aprile le mele in stock del Consorzio Vog registravano un 25% in meno rispetto allo scorso anno. “La richiesta dei mercati è forte anche in questi giorni – spiega Walter Pardatscher, direttore generale del consorzio – Occorrerà programmare bene le vendite dei prossimi mesi per soddisfare le esigenze dei clienti”.

Quanto alla stagione 2020, l'incognita, anche per Vog, è la manodopera: il raccolto delle mele è ad agosto, ma già a giugno iniziano i lavori di diradamento. “Si sta lavorando a livello politico e locale per individuare delle possibili soluzioni – concludono dal consorzio – Attendiamo sviluppi”.

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