Avere una sempre maggiore “tenuta di campo” e una long shelf life: sono queste le classiche richieste sia della produzione così come della distribuzione quando si parla di prodotti ortofrutticoli in generale e, nel nostro caso specifico, di meloni, uno dei prodotti più amati in questo periodo della stagione. Ma non sempre questi aspetti si sposano con i bisogni del consumatore. «Polpe troppo dure e la quasi totale assenza di profumo sono ancora un grosso ostacolo per il consumatore» afferma Andrea Campus, Crop Business Developer Fruity dell’azienda sementiera Enza Zaden.
Se da una parte, quindi, è forte la necessità di realizzare economie di scala ed offrire un prodotto a prezzi competitivi, dall’altra una eccessiva “industrializzazione” del prodotto stesso in alcuni casi si traduce poi in offerte qualitative non all’altezza. «Se avere 15 giorni in più di tenuta rappresenta un grosso vantaggio commerciale al momento, è anche vero che questo avrà un valore fin quando i volumi di tali tipologie non saranno troppo elevati – continua Campus -. Sovrapproduzione, assenza di pianificazione dell’offerta e decadimento qualitativo sono i problemi strutturali di questo comparto. Se pensiamo di spingerci oltre con la conservabilità dovremo tener conto di come il consumatore percepisce e reagisce alla qualità nel solo modo a lui più congeniale: smettere di comprare!».
Queste sono solo alcune delle problematiche ed opportunità con le quali Enza Zaden si confronta ogni giorno. «Ascoltiamo le richieste del mercato e teniamo conto dei trend al livello mondiale, senza mai dimenticarci delle particolarità locali. Facciamo attività di ricerca sulle resistenze alle malattie, sulla produttività, la shelf-life, senza però tralasciare il bello del melone: il sapore e la gratificazione gusto-olfattiva! Questa determinazione porta alla costituzione di varietà orticole innovative e a semi di altissima qualità. Il risultato finale si può tradurre in una situazione win-win per l’intera catena, dall’agricoltore passando per i distributori e, da ultimo non certo per importanza, il consumatore finale!».