I prodotti ortofrutticoli surgelati piacciono più dei freschi. E’ quanto emerge dall’assaggio alla cieca che l’Istituto italiano alimenti surgelati (Iias) ha commissionato ad AstraRicerche.
Il campione e il test
Nella prova sono stati coinvolti 180 consumatori inconsapevoli. I prodotti messi a confronto, nella versione fresca e surgelata, sono il minestrone, i fagiolini e anche i filetti di merluzzo. Sia per i prodotti freschi, sia per i prodotti frozen, le preparazioni sono state eseguite secondo la stessa ricetta.
I risultati
In termini di gusto, consistenza e percezione di freschezza, oltre la metà del campione ha preferito gli alimenti surgelati. In termini di gusto e di piacevolezza al palato, il 61% degli intervistati ha preferito il minestrone frozen rispetto a quello preparato con ortaggi freschi, così come il 66% del campione ha ritenuto migliori i fagiolini surgelati.
Infine, rileva l’Iias, tra il 48% e il 68% del campione ha espresso voti superiori per il prodotto surgelato rispetto all’analogo prodotto fresco.
Il surgelato sta andando bene
Sempre analizzando i dati AstraRicerche, il 39,3% degli intervistati ha incrementato negli ultimi cinque anni l’acquisto di frozen food e lo ha fatto per comodità (otto italiani su dieci, soprattutto donne e cosiddetti baby boomer) – i surgelati sono pratici da conservare (66,4%), sempre disponibili in freezer (49,7%) – ma anche per variare l’alimentazione (34%) e per la forte valenza anti-spreco (27,3%).
I surgelati più apprezzati sono i prodotti ittici, seguiti a ruota dai vegetali (27,4%). Piacciono poi pizze e snack (15,4%) e patate (13,6%).
La convenienza
Dal punto di vista economico, AstraRicerche ha analizzato la convenienza e il rapporto qualità prezzo dei surgelati rispetto agli analoghi freschi, prendendo in esame cinque prodotti. I primi sono i filetti di merluzzo, dove i freschi costano il 49% in più rispetto ai surgelati. Seguono i fagiolini, che freschi devono essere puliti e mondati superando così il 53% del valore economico del surgelato, senza considerare lo spreco. Il terzo prodotto sono le patate fritte: il prodotto fresco ha un prezzo più basso di acquisto rispetto al surgelato, ma occorre computare il tempo e l’impegno e tempo per la pelatura e il taglio, nonché il maggiore dispendio di energia per la cottura. ne deriva, a conti fatti, che il fresco costa l’8% in più del surgelato, che arriva al 12% se si considera lo spreco alimentare.
Per la pizza margherita si ottiene un sostanziale pareggio tra surgelata e fatta in casa; la vittoria del surgelato è invece netta rispetto alla versione d’asporto.
Infine, per preparazioni più complesse – un esempio per tutti la paella di pesce e verdure – la convenienza è, secondo Iias e Astraricerche, ancora più marcata: il fresco, secondo le stime, costa il 246% in più del surgelato.