Dall’offerta di volumi crescenti a un sistema che metta al centro la qualità dei frutti e la soddisfazione del consumatore. Secondo l’analisi di Cort Brazelton, fondatore dell'International blueberry organization e Ceo di Fall Creek Farm & Nursery, recentemente pubblicata su Freshfruit Portal così sta evolvendo il settore mondiale dei mirtilli.
Il boom di questi piccoli frutti è esploso negli anni ’90 grazie anche al messaggio salutistico che li accompagna, ma la crescita del settore (così come l’opportunità di fare business) è sempre stata legata ai quantitativi. Sta di fatto che oggi, pur riconoscendo gli sforzi compiuti da molti enti pubblici e privati per migliorare la qualità del prodotto, la maggior parte dei mirtilli che i consumatori acquistano non soddisfi le loro aspettative. Nel 2020 – con un ritardo dovuto alla genetica e alla tecnica colturale, sostiene Brazelton – finalmente il settore inizia a ragionare in termini di qualità.
Negli ultimi anni, infatti, l'avvento di nuove genetiche nelle categorie low-chill e no-chill (adatte alla coltivazione in aree con inverni miti o in assenza di inverno), combinate con tecniche e sistemi colturali innovativi hanno aperto la strada a nuovi areali di coltivazione, nuove fonti di approvvigionamento o a nuovi mezzi di produzione nelle tradizionali regioni produttrici. Ma, anche con l’incremento produttivo in Perù, Messico, Marocco e Cina sud-occidentale, l'approvvigionamento nelle stagioni cosiddette “di spalla” è ancora nettamente inferiore rispetto ai periodi di picco dell'offerta. In ogni caso, oggi in tutti i mercati globali la disponibilità in settembre e ottobre, o marzo e aprile, è molto più dinamica e abbondante rispetto a tre anni fa.
I trend futuri
Per Brazelton siamo ancora lontani da una curva di approvvigionamento di mirtilli freschi tutto l'anno, tuttavia nei prossimi anni i picchi e i vuoti di mercato tenderanno ad appiattirsi. Intanto, però, c'è un altro grande cambiamento in atto, e riguarda le aspettative dei consumatori e dei rivenditori rispetto alla qualità offerta e richiesta. “Il 2020 – scrive l’esperto – è il primo anno in cui noi, come settore, riconosciamo questa realtà e la sua inevitabilità. E’ questo l’imperativo per la competitività, la credibilità del nostro prodotto e della nostra industria. Insomma, è in atto un cambio di paradigma. Paradigma che entrerà nel modo di fare business di ogni azienda e organizzazione che si occupi di mirtilli. E’ giunto il momento di rivolgere l'attenzione ai consumatori di mirtilli”.
L’esempio del Cile
I leader dell'industria cilena affrontano le sfide della loro distanza dai mercati e cercano di sfruttare la loro esperienza come regione in crescita e vocata all’export, spingendo su standard qualitativi volontari più elevati. Si stanno impegnando, cioè, per migliorare la qualità fornita grazie a processi ad hoc, varietà selezionate e molti altri approcci ancora. “Nessuno sta fermo – osserva Brazelton – Le nuove aziende in paesi come il Marocco, il Messico, il Perù e l'Africa meridionale hanno l'opportunità di fare investimenti adeguati negli impianti, nelle varietà, nelle infrastrutture e nella tecnologia non di ieri, ma di domani. Intanto, i leader del settore e gli operatori storici di Europa, Cile, Argentina e Nord America stanno rinnovando e ampliando i loro impianti, sostituendo le vecchie varietà con le nuove, investendo in nuove tecnologie nei loro campi e nei centri di confezionamento con una maggiore attenzione alle esigenze del futuro”.
Tanti sforzi, un unico obiettivo
Tutti questi sforzi si concentrano sullo stesso risultato, dare al consumatore ciò che vuole. Anche negli Stati Uniti, il più grande mercato del mondo, la penetrazione dei mirtilli è solo di poco superiore al 50%, sorprendente se si considera la penetrazione e il livello di consumo più elevati di una categoria come le fragole. “Noi come settore dobbiamo sia proteggere e rispettare i consumatori fidelizzati, investendo per fornire il prodotto che vogliono e meritano, sia aumentare la ‘quota di stomaco’ di consumatori che stanno ancora aspettando di avere quello che vogliono. Certo, mi preoccupano le tempistiche e il livello di cambiamento richiesto a molti produttori per restare competitivi, come anche i potenziali errori che possono essere commessi in alcune delle aree in sviluppo. Ma – conclude Brazelton – sono anche ottimista per la quantità di innovazione e di nuove idee che si muovono in tutto il mondo, e che si traducono in una maggiore efficienza e in una qualità finale più elevata per i mirtilli. Qualità che contribuirà ad aumentare il consumo sia dei vecchi, sia dei nuovi appassionati di mirtilli”.