Slowfood “certifica” e “benedice” una comunità che vive e lavora attorno alla nocciola nelle valli del Tigullio, dai produttori fino ai trasformatori. “Per comunità del cibo – spiega Lorenzo Montaldo di Slowfood Liguria – noi intendiamo un gruppo di persone che svolgono un ruolo attivo nel proprio sistema del cibo locale. Le comunità del cibo condividono i problemi generati da un'agricoltura intensiva lesiva delle risorse naturali, da un'industria alimentare e da un modello di distribuzione che mirano all'omologazione dei gusti e mette in pericolo l'esistenza stessa delle piccole produzioni, e ne rappresentano una valida alternativa”.
Il capofila di questa iniziativa è il Parco dell'Aveto, ente terzo e super partes rispetto ai comuni coinvolti. “Da anni – spiega il direttore Paolo Cresta – lavoriamo per rilanciare questo prodotto. Con il Nocciola Day, ad esempio, tutti gli anni cerchiamo di far proporre a ristoratori e pasticceri, in una domenica di dicembre, piatti e prodotti con le nostre nocciole. Una comunità, insomma, c'era. Ma ora è certificata da Slowfood”.
La comunità del cibo della nocciola è il primo esempio di questo genere per Slowfood in tutta la provincia di Genova. Al fianco dei produttori ci sono ristoratori di qualità come ad esempio La Brinca di Ne, ma anche i Comuni di Mezzanego, San Colombano, Borzonasca, Leivi e Ne. “Proprio il Comune di San Colombano – ricorda il consigliere delegato all'agricoltura Franco Amadori – ha già deliberato per avere il titolo di città della nocciola e si comincerà a lavorare per istituire la De.Co., denominazione comunale”.