Che le noci e la frutta secca in genere abbiano numerose proprietà salutistiche è noto da tempo. Ora, arriva un’ulteriore conferma che collega il consumo moderato e quotidiano di noci con la riduzione del rischio di contrarre pericolose forme tumorali, in primis al colon. A riportare l’esito di questa ricerca, che porta la firma del Dana Farber Cancer Center di Boston, è tra gli altri il quotidiano La Repubblica, che scrive: “Chi è stato curato per un tumore del colon dovrebbe aggiungere un ingrediente alla sua dieta quotidiana: qualche noce, perché il consumo regolare dimezza il rischio di andare incontro a una recidiva e anche quello di morte. E va bene praticamente qualunque tipo di noce: noci, appunto, ma anche mandorle, nocciole, noci macadamia e pecan, pistacchi, anacardi e miscele. Niente da fare invece per le arachidi e i prodotti derivati come il burro, perché non sembrano esercitare lo stesso effetto preventivo, probabilmente perché sono legumi…”.
E, ancora, il quotidiano riporta: “I ricercatori del Dana Farber Cancer Center di Boston hanno voluto verificare se (le noci) potessero avere o meno un ruolo anche nei tumori. Così hanno inserito una domanda specifica in un’indagine che stanno portando avanti fino dal 1999 sulle persone con un tumore al colon, chiamata Alliance. Quindi hanno verificato l’esistenza di un nesso tra consumo e andamento della malattia in un campione di oltre 800 malati, tutti operati o sottoposti a una cura farmacologica per un carcinoma del colon in stadio III, a rischio di recidiva. Hanno così scoperto – i dati dettagliati saranno presentati all’imminente congresso dell’American Society for Clinical Oncology, in programma dal 2 giugno a Chicago – che a un consumo medio di due once settimanali, pari a circa 56 grammi (una noce sgusciata intera ne pesa circa 5) corrisponde una diminuzione del rischio di recidive del 42% e di morte del 57% rispetto a chi non mangia noci; se poi si guardano i dati relativi alle sole noci provenienti da alberi – cioè se si escludono le noccioline – i valori sulle recidive salgono ulteriormente: 46% in meno, mentre quello sulla mortalità scende, ma di poco: meno 53%”.